Venerdì 18 marzo 2016 - Via Crucis per le strade della Parrocchia
Parrocchie
di
Ss.
Andrea e Rita e Madonna del Mare
Trieste
VIA
CRUCIS PER LE STRADE
DALLA
CROCE… LA MISERICORDIA
contemplando alcune opere
di misericordia corporali e spirituali
Fratelli e sorelle, in questo Anno Santo,
Giubileo della Misericordia, percorriamo la Via Crucis come pellegrini e
mendicanti di misericordia.
Tenendo fisso lo sguardo sul Gesù, passeremo da
una stazione all’altra come attraverso altrettante Porte Sante e ci recheremo
spiritualmente nelle più sperdute e desolate periferie esistenziali
dell’umanità, dove Cristo ancora soffre, è lasciato morire di fame e di freddo,
è rifiutato e respinto, è incarcerato e privato della sua dignità, è
perseguitato e ucciso.
Dal
vangelo secondo Giovanni
Mentre
cenavano, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era
venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un
asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e
cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di
cui si era cinto.
Venne
dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”.
Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai
dopo”. Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi!”. Gli rispose Gesù:
“Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore,
non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”.
Quando
dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse
loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite
bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri
piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio,
perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un
servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo
ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”.
Gesù,
durante l’ultima cena, ha affidato a noi il segreto della beatitudine: servire
gli altri come Lui stesso ci ha insegnato. Le opere
di misericordia sono un riassunto degli impegni che ogni cristiano ha nei
confronti delle persone sofferenti.
L’ora di
Gesù è la manifestazione piena della misericordia del Padre per l’intera
umanità. Per noi che camminiamo ancora in questo mondo vi è una speranza certa:
la misericordia di Dio non ci abbandona, poiché in Gesù, Parola e Dono di Dio,
l’amore ci ha accompagnato da sempre e rimarrà con noi sino alla fine.
Avviamoci dietro alla Croce.
Prima Stazione: Dare
da mangiare agli affamati
Contempliamo
Gesù che si dona nell’Eucaristia
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Luca
Poi Gesù
prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è
il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me". E,
dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: "Questo calice è
la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi".
Madre
Teresa ha preso questa opera di misericordia come stile di vita, donando tutta
la sua vita a sfamare i bisognosi, nel corpo e nello spirito. Ecco una pagina
tratta da un suo discorso:
Se
qualche volta la nostra povera gente è morta di fame, ciò non è avvenuto perché
Dio non si è preso cura di loro, ma perché non siamo stati uno strumento di
amore nelle sue mani per far giungere loro il pane e il vestito necessari,
perché non abbiamo riconosciuto Cristo quando è venuto ancora una volta,
miseramente travestito, nei panni dell’uomo affamato, dell’uomo solo, del
bambino senza casa e alla ricerca di un tetto.
Dio ha
identificato se stesso con l’affamato, l’infermo, l’ignudo, il senzatetto; fame
non solo di pane, ma anche di amore, di cure, di considerazione da parte di
qualcuno; nudità non solo di abiti, ma anche di quella compassione che
veramente pochi sentono per l’individuo anonimo; mancanza di tetto non solo per
il fatto di non possedere un riparo di pietra, bensì per non avere nessuno da
poter chiamare proprio caro.
Quando
Cristo ha detto: “avevo fame e mi avete dato da mangiare”, non pensava solo
alla fame di pane e di cibo materiale, ma pensava anche alla fame di amore.
Anche Gesù ha sperimentato questa solitudine. Ogni essere umano che si trova in
quella situazione assomiglia a Cristo nella sua solitudine; e quella è la parte
più dura, la fame vera.
Dicamo insieme: Signore, pietà!
Signore, pane spezzato per donare salvezza, abbi
pietà di noi.
Signore,
pietà!
Cristo, vino versato per radunare tutti alla
festa eterna, abbi pietà di noi.
Signore,
pietà!
Signore, chiamato ad essere pane spezzato per i
fratelli, abbi pietà di noi.
Signore,
pietà!
Seconda Stazione: Visitare
i carcerati
Contempliamo
Gesù condannato a morte
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Matteo
“Ti
scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di
Dio”. “Tu l’hai detto”, gli rispose Gesù. E quelli risposero: “È reo di morte!”
San
Giovanni Bosco incominciò il suo apostolato tra i giovani in un carcere.
Un
giorno Don Giuseppe Cafasso invita Don Bosco presso i carcerati, dei quali è
assistente spirituale. In città lo chiamano “il prete della forca” perché lo si
vede spesso sulla carretta che conduce gli sventurati, condannati
all’impiccagione.
Giovanni
scorge, dietro le sbarre, i volti di troppi giovani, che lo commuovono fino
alle lacrime.
— Toh,
guarda: quel prete piange – sussurra qualcuno.
— Perché
ci vuol bene. Anche mia madre piangerebbe se mi vedesse qua dentro.
La
tristezza di quei ragazzi incita il giovane prete a impegnare tutte le sue
forze per aiutare quegli sciagurati.
— Molti,
quando uscivano, erano decisi a fare una vita diversa, migliore — scriverà poi
don Bosco.
Ma comprende che, fuori della prigione, essi
avranno bisogno di un amico che si prenda cura di loro, che li avvicini, li
rieduchi al bene.
Diciamo insieme: Signore abbi misericordia di noi.
Signore, perdona ogni istinto di violenza.
Signore
abbi misericordia di noi
Signore, perdona chi medita e pratica violenza.
Signore
abbi misericordia di noi
Signore, ispira a tutti perdono, nonviolenza,
amore.
Signore
abbi misericordia di noi
Terza stazione: Sopportare
pazientemente le persone moleste.
Contempliamo
Gesù caricato della croce
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Giovanni
“Allora
le guardie presero Gesù e lo fecero andare fuori dalla città e gli posero la
croce sulle spalle. Così, portando la croce, egli si avviò verso il luogo del
Cranio detto Golgota.”
Dai
diari di Santa Faustina Kovalska
Gesù mi
rivolse la parola: “Mia discepola, devi nutrire un grande amore per coloro che
ti affliggono; fa’ del bene a quelli che ti vogliono del male”. Risposi: “Mio
Maestro, vedi bene che non sento per essi alcun amore, e ciò mi addolora”.
Gesù
rispose: “Il sentimento non è sempre in tuo potere. Riconoscerai d’avere amore
quando, dopo aver ricevuto ostilità e dispiaceri, non perderai la pace, ma
pregherai per quelli che ti fanno soffrire e desidererai per essi il loro
bene”.
Diciamo
insieme: Signore, pietà.
Signore, consegnato alla croce per l’uomo
prigioniero del peccato.
Signore,
pietà!
Cristo, consegnato come malfattore per assolvere
i colpevoli.
Signore,
pietà!
Signore, consegnato alla morte per far
germogliare la vita.
Signore,
pietà!
Quarta stazione: Assistere
i malati.
Contempliamo
Gesù che incontra sua Madre
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Luca
Nel tempio di Gerusalemme il vecchio profeta
Simeone parlò così a Maria: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di
molti, segno di contraddizione. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.
Da una testimonianza di Madre Teresa di Calcutta
Solo a
Calcutta, abbiamo raccolto più di 27.000 persone abbandonate nelle strade.
Ci
vengono incontro, le accogliamo e le portiamo alla nostra Casa del Moribondo.
E
muoiono serenamente, con Dio. Abbiamo migliaia di lebbrosi.
Il
Natale scorso lo passai con loro.
Dissi
loro che Dio ha per essi un amore speciale, che sono molto accetti a Dio, che
il male che hanno non è un peccato. Un vecchio, che era completamente
sfigurato, cercò di avvicinarsi a me e mi disse: “Ripetilo di nuovo. Mi ha
fatto tanto bene. Ho sempre sentito dire e ripetere che nessuno ci ama”.
È
veramente meraviglioso sapere che Dio ci ama. Dillo di nuovo.
Diciamo
insieme: Signore, abbi misericordia di
noi.
Perché
Maria, tua Madre, ci insegni la via del vero amore, ti preghiamo.
Signore, abbi misericordia di noi.
Perché
non ci abbattiamo nei momenti difficili, ti preghiamo.
Signore, abbi misericordia di noi.
Perché
troviamo in te la forza di riprendere il cammino della fede, ti preghiamo.
Signore, abbi misericordia di noi.
Quinta stazione: Dare
ospitalità ai forestieri.
Contempliamo
Gesù aiutato dal Cireneo
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Marco
I soldati condussero fuori Gesù per
crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene, il
quale veniva dalla campagna, a portare la croce.
Spesso i forestieri non sono solo coloro che
hanno bisogno di un alloggio. Anche quelli, ma anche coloro che nessuno ama,
che nessuno desidera come amico. Forestiero deve essere, per ciascuno di noi,
ogni persona che non fa parte del nostro cerchio di amore: ospitarlo vuol dire
rivestirlo della nostra carità e della nostra accoglienza. Madre Teresa ci può
nuovamente essere di esempio, dicendo:
Oggi fra i giovani del mondo, Gesù vive la
propria passione nei giovani sofferenti, affamati, handicappati, migranti... in
quel bambino che mangia un pezzo di pane, briciola dopo briciola, perché sa
che, quando quel tozzo di pane sarà finito, non ce ne sarà più e avrà di nuovo
fame. Ecco una stazione della Via Crucis. Siete lì con quel bambino? E quelle migliaia che muoiono, non solo
per un tozzo di pane, ma per un po’ d’amore, di considerazione... Ecco una
stazione della Via Crucis. Siete lì?
E quando i giovani cadono, come Gesù è caduto più
e più volte per noi, noi siamo lì come Simone il Cireneo, a risollevarli, a
prendere su di noi la croce? I barboni, gli alcolizzati, i profughi, i
senzatetto vi guardano. Non siate come quelli che guardano senza vedere.
Guardate, vedete e accogliete. Possiamo iniziare a percorrere la Via Crucis,
passo dopo passo, con gioia. Gesù si è fatto pane della vita per noi. Abbiamo
Gesù, sotto forma di pane della vita a darci forza.
Diciamo insieme: Salvaci, Signore, per la tua misericordia.
Per quanti si sentono smarriti e senza aiuto, ti
preghiamo.
Salvaci,
Signore, per la tua misericordia.
Per quanti cercano un lavoro e una vita
dignitosa, ti preghiamo.
Salvaci,
Signore, per la tua misericordia.
Per quanti sono malati e sofferenti, ti
preghiamo.
Salvaci,
Signore, per la tua misericordia.
Sesta stazione: Consolare
gli afflitti.
Contempliamo
Gesù che incontra la Veronica
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal libro del profeta Isaia
“Il giusto non ha sottratto la faccia agli sputi
e agli insulti. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi.
Disprezzato e reietto dagli uomini, è uomo dei dolori che ben conosce il patire; è uno davanti al quale ci
si copre la faccia”.
Padre
Leopoldo Mandic è uno dei testimoni della misericordia scelti da Papa Francesco
per questo Giubileo. Confessore a Padova per più di 40 anni, ha donato tutta la
vita al Sacramento della Riconciliazione. È chiamato “il gigante della
confessione”, ma anche il martire, perché vi brucia tutte le sue energie; ricco
di compassione, sa ascoltare ogni fallimento e accendere ogni speranza; tanta
gente impara da lui, a conoscersi e a riprendere fiducia.
Padre Leopoldo invita ad avere
fiducia straordinaria in un Dio che è solo amore, solo perdono, solo capacità
di accoglienza, tenerezza, che ha il desiderio più grande di riabbracciarci
come suoi figli. Non importa i peccati né gli sbagli. Dio vede il nostro
desiderio di riprenderci, di cambiare vita, di riconciliarci. E questo gli
basta.
Diciamo insieme: Donaci il tuo perdono, Signore.
Per
quanti si sentono nella colpa e non riescono a risollevarsi, ti preghiamo.
Donaci il tuo perdono, Signore.
Per quanti sperano il perdono di qualcuno che
hanno offeso, ti preghiamo.
Donaci
il tuo perdono, Signore.
Per quanti non sanno ancora affidarsi alla tua
misericordia.
Donaci
il tuo perdono, Signore.
Settima stazione: Vestire
gli ignudi.
Contempliamo
Gesù spogliato delle vesti
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Giovanni
“I soldati presero le sue vesti e ne fecero
quattro parti, una per ciascuno. Ma la tunica era tutta d'un pezzo. Perciò
dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”.
Da una riflessione di Enzo Bianchi
La nudità è
molto presente nella storia. Gli schiavi erano venduti nudi; quanti erano
destinati ai campi di concentramento venivano spogliati, per essere privati di
ogni dignità; anche Gesù è morto nudo in croce, e ancora oggi uomini e donne
subiscono la spogliazione come segno di degrado e di somma alienazione: nudi o
poco vestiti sotto i portici delle città, nei giardini pubblici, nella notte di
chi è povero ed è ricoperto solo da stracci e cartoni.
È questa
realtà che provoca o dovrebbe provocare la compassione di ciascuno di noi, che
dovrebbe muoverci a “condividere i vestiti con chi è nudo” (cf. Tb 4,16),
a fare di questa azione un vero sacrificio, gradito a Dio più del digiuno (cf. Is 58,7).
Dare un
vestito a un altro, o addirittura vestirlo, lavando e curando prima il suo
corpo, e poi anche il suo spirito, è un’azione che crea una profonda comunione,
perché è riconoscimento dell’altro e della sua dignità uguale alla nostra, è
azione d’amore che non diffida della carne altrui né la rigetta.
È volere che
l’altro sia reintrodotto nello spazio comunitario e possa dimorarvi senza più vergogna.
Diciamo insieme: Signore Gesù, abbi pietà di noi.
Perché comprendiamo che amare significa accettare
il sacrificio, ti preghiamo
Signore
Gesù, abbi pietà di noi.
Perché la tua umiliazione ci insegni a essere
veramente umili, ti preghiamo
Signore
Gesù, abbi pietà di noi.
Perché non ci stanchiamo di presentare a te la nostra
sofferenza, ti preghiamo
Signore
Gesù, abbi pietà di noi.
Ottava stazione: Dare
da bere agli assetati
Contempliamo
Gesù che viene crocifisso
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Giovanni
Lo condussero verso il luogo del cranio, detto in
ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e
uno dall’altra.
Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai
compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno
d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e
gliela accostarono alla bocca.
Si può
vivere relativamente a lungo anche senza cibo, ma senza acqua la morte arriva
presto. L’acqua, simbolo della vita, è il bene più prezioso di cui tutti
abbiamo bisogno. Siamo proprio certi che gli assetati
non ci siano più accanto a noi? Basta entrare in un ospedale dove vi sono
malati e infermi. Oggi dare da bere agli assetati significa stare accanto a un
letto per ore, per giorni, per anni, per offrire un po’ d’acqua a chi non è più
in grado di bere da solo. Significa anche dissetare spiritualmente chi è
digiuno di Dio, della Parola di Dio, della preghiera. Il volontariato, oggi,
dovrebbe trovare nella comunità parrocchiale spazio e incoraggiamento per
queste situazioni di miseria molto diffuse anche nelle nostre case. Queste
opere ci aiutano a coltivare lo spirito di penitenza e ci allenano alla
condivisione con chi non ha o ha meno di noi. Penitenza e condivisione sono i
frutti di una vera conversione e ottengono guarigione.
Se vogliamo avere occhi di misericordia dobbiamo guardare al cuore di Gesù
trapassato dalla lancia. Lui è la fonte che ristora il nostro spirito, lui è il
rifugio di tutti i tribolati. Solo Cristo Gesù è la vera acqua che disseta!
Diciamo insieme: Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Perché sentiamo rivolta a ciascuno di noi la tua
parola di perdono, ti preghiamo.
Mostraci,
Signore, la tua misericordia.
Perché il mistero della croce ci faccia conoscere
sempre meglio il tuo mistero di amore, ti preghiamo.
Mostraci,
Signore, la tua misericordia.
Perché non ci stanchiamo di chiederti perdono, ti
preghiamo.
Mostraci,
Signore, la tua misericordia.
Nona stazione: Perdonare
le offese ricevute.
Contempliamo
Gesù che muore in croce.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Luca
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi
crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù
diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Poi dividendo
le sue vesti, le tirarono a sorte.
Era verso mezzogiorno quando il sole si oscurò e
si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio
si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre nelle tue mani consegno
il mio spirito”. Detto questo spirò.
Dagli
scritti di José Escrivà
Dobbiamo perdonare perché
Dio ci ha perdonato per primo. Come Dio mi ha perdonato dalla Croce, essendo un
“Amore che ama fino alla fine”, così dobbiamo perdonare noi, anche noi fino
alla fine. Il perdono fa parte della misericordia divina e, come scrive San
Giovanni Crisostomo, “niente ci fa somigliare tanto a Dio come l’essere sempre
disposti a perdonare”.
Per questo chi perdona
riflette con maggiore nitidezza l’immagine di Dio.
Perdonare significa dare un
bene dopo aver ricevuto un male. Il perdono non lascia le cose come prima, ma
una relazione risulterà rinnovata e in certo qual modo purificata e più
profonda. Così la morte di Cristo sulla Croce rinnova ed eleva le relazioni di
Dio con gli uomini e degli uomini tra loro. Fra la Croce e la Risurrezione c’è
stato il perdono.
Diciamo insieme: Signore, pietà.
Signore, parola di perdono per i tuoi
crocifissori.
Signore,
pietà!
Signore, preghiera di perdono per i peccatori.
Signore,
pietà!
Signore, comprensione per l’ignoranza che genera
peccato.
Signore,
pietà!
Decima stazione: Seppellire
i morti e pregare per i vivi e per i defunti
Contempliamo
Gesù deposto dalla croce.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco,
vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non
aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Era di Arimatea, una città
della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese
il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise
in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto
Con la sua deposizione nel sepolcro, Gesù ha
seguito sino alla fine il nostro percorso terreno. Accompagnare un nostro caro
al sepolcro è riconoscere che davvero è tutto finito. È quanto pensava la
vedova che portava l’unico figlio morto per la sepoltura. Gesù, preso da grande
compassione, non solo fa rivivere il giovane, ma lo restituisce a sua madre.
Occorrono altri occhi, quelli della fede, per scorgere il mistero della
misericordia divina per la quale non esiste la morte, ma solo un distacco
terreno, dopo il quale, e attraverso il quale, siamo restituiti a coloro che
amiamo.
Diciamo
insieme: Ascoltaci, o Signore.
Per quanti non credono in te e nella vita che tu
doni dopo la morte, ti preghiamo.
Ascoltaci,
Signore.
Per quanti sono nella desolazione e nello sconforto,
ti preghiamo.
Ascoltaci,
Signore.
Per quanti piangono la perdita di un caro
defunto, ti preghiamo.
Ascoltaci,
Signore.
Preghiamo del Giubileo della misericordia
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il
Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo dalla
schiavitù del denaro;
l'adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo
in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé
la parola che dicesti alla samaritana: Se tu
conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di
Te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi
rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nel
l’ignoranza e nell'errore;
fa' che chiunque si accosti a uno di loro
si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consàcraci tutti con la sua
unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di
grazia del Signore
e la sua Chiesa, con rinnovato entusiasmo,
possa portare ai poveri il lieto messaggio,
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della
Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen
Padre Nostro
Benedizione