Riflessioni e Preghiere per la Seconda Settimana di Avvento


SECONDA   SETTIMANA   DEL   TEMPO   DI   AVVENTO
 “preparate   la   via   Signore”

Domenica  4  dicembre  -  II° di Avvento   -   Is 11, 1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt3,1-12
MEDITAZIONE  -  Convertitevi: il regno dei cieli è vicino – Convertirsi, tornare a Dio è l’invito di Giovanni Battista. Fai il grande passo, accogli la salvezza, accogli la giustizia che Dio ti offre gratuitamente, approfitta dei doni di Dio! Questo esige intransigenza, penitenza, umiltà. Gesù non blandisce l’uomo. Non ci si può accostare a Cristo per ipocrisia o per curiosità; è necessario confessarsi peccatori, il resto lo farà Lui, bruciando scorie e scarti di male e peccato.
PREGHIERA  -  Benediciamo il tuo nome fra i popoli, o Dio fedele: il Cristo é venuto ad aprirci la via della salvezza; viene oggi a fecondare col suo spirito il lavoro delle nostre mani; verrà presto a raccogliere la messe.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  Grazie a Dio esiste l’Avvento. La vita sarebbe vuota se non ci fosse un Avvento, se non ci fosse l’attesa di qualcuno, di una persona che ci porta un dono, il dono di se stesso. Ciò si compie in Gesù Cristo nel senso perfettissimo, pienissimo... Avvento vuol dire apertura alla venuta di Cristo, alle persone che Dio ci dà. (Giovanni Paolo II, Roma, 1 dic 96)

Lunedì  5  dicembre   -   Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26
MEDITAZIONE  -  Ti sono rimessi i tuoi peccati... Alzati e cammina – Gesù insegnava e la potenza di Dio era con lui facendogli operare guarigioni nel corpo e nello spirito, rimettendo i peccati. Alla guarigione apportata dal Cristo, Figlio dell’uomo, segue la capacità di alzarsi, di essere uomini liberi, fiduciosi, non più emarginati ma gioiosi testimoni dentro la comunità ecclesiale.
PREGHIERA  -  Signore, Dio nostro, in questi tempi di incertezza, le nostre mani sono fiacche e le nostre ginocchia vacillano. Vieni a rinnovare fra noi i tuoi prodigi, tu che hai mandato il tuo Figlio a guarire gli infermi, per meglio farci conoscere la salvezza che ci doni fin d’ora e nei secoli dei secoli.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  A voi, ragazzi e giovani, desidero proporre il luminoso esempio del vostro Patrono, il giovane discepolo di don Bosco, San Domenico Savio. Rivolgendosi nella preghiera a Gesù e a Maria, egli chiedeva loro di essere i suoi amici e di farlo morire piuttosto che gli accadesse la disgrazia di commettere un solo peccato. «La morte, non i peccati!», amava ripetere. Non dev’essere questo anche l’ideale della nostra vita, cari giovani? Impegnatevi, con il suo aiuto, a fuggire il peccato e ad amare fortemente Dio (Giovanni Paolo II, 7 dic 97).

Martedì  6  dicembre   -   Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
MEDITAZIONE  -  Alla ricerca della pecora perduta – Il modo di fare di Dio viene qui descritto da Gesù, che sa di che cosa parla. Questa «parabola della Misericordia», l’unica riferita da Matteo, non giustifica né la debolezza, né il paternalismo, ma afferma che Dio, anche quando l’uomo si smarrisce, prende sempre l’iniziativa di andarlo a cercare. La misericordia di Dio non è ingenuità, ma invito alla conversione, ed invito a praticare a nostra volta la misericordia verso gli altri uomini.
PREGHIERA  -  Signore, Dio nostro, tu vieni a noi con la forza della tua tenerezza. Donaci di non sottrarci ai tuoi inviti e di camminare verso di te nella gioia di saperci perdonati, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  La prima fondamentale espressione di coerenza è la lotta al peccato, cioè lo sforzo costante e anche eroico di vivere in grazia. Purtroppo viviamo in un’epoca in cui il peccato è addirittura divenuto un’industria che produce denaro, movimenta piani economici, dona benessere. Tale situazione è certamente impressionante e terribile. Eppure non bisogna lasciarsi né spaventare, né opprimere: qualunque epoca esige dal cristiano la «coerenza». E perciò, anche nella società attuale, avvolta da un’atmosfera laica e permissiva che può tentare e allettare, voi, giovani, mantenetevi coerenti al messaggio e all’amicizia di Gesù; vivete in grazia, rimanete nel suo amore, mettendo in pratica tutta la legge morale, nutrendo la vostra anima col corpo di Cristo, usufruendo periodicamente del sacramento della penitenza (Giovanni Paolo II, L’Aquila, 30 ago 80).

Mercoledì  7  dicembre   -   Is 40,25-30; Sal 102; Mt 11,28-30
MEDITAZIONE  -  Venite a me voi che siete affaticati e oppressi – Nessuno è escluso dalla conoscenza del disegno di Dio rivelato in Gesù. Affaticati e oppressi, pur nella miseria spirituale, con la coscienza della nostra incapacità e piccolezza, con la povertà sostanziale che ci caratterizza come uomini, con l’umile e «disperata» ricerca di qualcuno che riempia la nostra vita, possiamo gustare la gioia di essere figli nel Figlio. Solo se prendiamo il «giogo» di Gesù, che consiste nel diventare miti e umili di cuore come Lui, in questo “giogo” sta la nostra salvezza, il «ristoro» di Dio.
PREGHIERA  -  Dio santo ed eterno, nel tuo amato Figlio tu hai promesso il riposo a coloro che sono affaticati ed oppressi, purché vengano a te. Donaci di camminare senza stancarci verso di te, trovando sempre nuova forza in Gesù Cristo nostro Signore.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  - (Di Gesù) ne avete certamente sentito parlare fin da piccoli. Consentitemi però una domanda: Lo avete incontrato veramente? Avete fatto, nella fede, esperienza viva di Lui come di un amico leale e fedele, oppure la sua figura vi appare troppo estranea ai vostri reali problemi per suscitare ancora interesse? Gesù non è solo un grande personaggio del passato, un maestro di vita e di morale. È il Signore risorto, il Dio vicino ad ogni uomo, con il quale si può dialogare, sperimentando la gioia dell’amicizia, la speranza nella prova, la certezza di un futuro migliore (Giovanni Paolo II, Roma, 8 set 97).

Giovedì  8  dicembre  -  Immacolata  Concezione   -   Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
MEDITAZIONE  -  Rallegrati, piena di grazia – Chiamati ad un cammino di conversione, guardiamo a Maria, la Madre del Signore. Cercata da Dio, invitata a gioire, chiamata con un nome nuovo (piena di grazia), messa in condizione di essere vicina a Dio, si apre allo Spirito Santo e concepisce il Figlio di Dio. È il «Sì» più importante della storia. Ognuno di noi é creato da Dio e messo nella condizione di essergli vicino. Egli realizza in noi la sua Parola se, come Maria, sappiamo dare una risposta che dice umiltà, disponibilità, accoglienza profonda, volontà di servizio.
PREGHIERA  -  Affidiamo a Te, o Madre, la nostra vita, a Te, che hai accolto con fedeltà assoluta la Parola di Dio e ti sei dedicata al Suo progetto di salvezza e di grazia, aderendo con totale docilità all’azione dello Spirito Santo: a Te, che hai avuto dal Tuo Figlio la missione di accogliere e custodire il discepolo che Egli amava (cfr Gv 20,26); a Te ripetiamo, tutti e ciascuno, «totus tuus ego sum», perché Tu assuma la nostra consacrazione e la unisca a quella di Gesù e alla Tua, come offerta a Dio Padre, per la vita del mondo. (San Giovanni Paolo II)
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  La «piena di grazia» è, dunque, colei che è chiamata a partecipare alla santità di Dio stesso, del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. L’Immacolata, che è proclamata «piena di grazia» dal saluto dell’angelo, stupito per la sua spirituale bellezza, viene descritta come «splendida di luce»... Alludendo alla vittoria definitiva contro il male, Dio enuncia la prima promessa della venuta del Messia, Redentore del mondo. Nella festa di oggi celebriamo l’adempimento di quella promessa: in effetti Maria ha partecipato in modo speciale alla redenzione compiuta dal Figlio e, per questo, è stata redenta in modo tutto particolare... Oggi la Chiesa saluta Maria come piena di grazia. La saluta unita singolarmente alla Santissima Trinità, al momento del Concepimento, nel momento dell’Annunciazione, sul Calvario, in occasione della Pentecoste, ed infine al momento dell’Assunzione in cielo (Giovanni Paolo II, Roma, 8 dic 96).

Venerdì  9  dicembre   -   Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19
MEDITAZIONE  -  Il Figlio dell’uomo è amico dei peccatori – Gesù rimprovera i suoi contemporanei di ostinarsi a non riconoscere Lui come Figlio di Dio, nonostante le sue opere. È una situazione che continua nella storia. Non si può riconoscere il Salvatore fino a quando prevale il proprio interesse, il proprio criterio, il proprio capriccio. Questa è leggerezza ostinata e colpevole. È, invece, l’obbedienza della Fede che ci fa entrare nel mistero di salvezza e ci permette di sentire l’amore di Cristo per noi peccatori e si scopre la sapienza di Dio.
PREGHIERA  -  O Dio, nostro Redentore, tu sei il nostro maestro e ci guidi sulle strade della vita. Rendici attenti ai tuoi richiami; fa che riusciamo a riconoscere la venuta del Figlio dell’uomo in mezzo a noi, e che ci poniamo al seguito di colui che vive con Te e con lo Spirito Santo nei secoli senza fine.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  Per annunciare e testimoniare Cristo, occorre conoscerlo ed incontrarlo personalmente. Soltanto chi ne fa un’intensa e profonda esperienza è in grado di parlarne efficacemente agli altri. Solo chi frequenta assiduamente questo divino Maestro può condurre a Lui i fratelli. Egli è l’unica persona capace di rispondere pienamente alle aspettative di ogni essere umano... Egli ha stima di voi ed è pronto a svelarvi il segreto di una vita pienamente riuscita. (Giovanni Paolo II, Roma, 8 set 97)

Sabato  10  dicembre   -   Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13
MEDITAZIONE  -  Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto. Così anche il Figlio dell’uomo – In Gesù si compie la Parola rivelata attraverso i profeti. Ma siccome il popolo non ha accettato la loro esortazione alla penitenza, così non ha accolto neanche Gesù. Nonostante l’insuccesso, però, il piano di Dio si realizza e l’uomo ritorna a sperare. Non pensiamo di essere migliori del Maestro. Ogni autentica liberazione, ogni annuncio del Vangelo costano fatica, lotta, incomprensione, ma la vittoria è di Dio e della sua Parola.
PREGHIERA  -  Signore Gesù, il Tuo precursore ha pronunciato parole vibranti, come quelle degli antichi profeti, eppure il suo ministero si è concluso con un fallimento. Tu stesso, alla fine dei tuoi anni di predicazione, hai voluto passare attraverso la sofferenza della croce. Fa’ che non ci stanchiamo mai di proclamare il tuo gioioso messaggio, anche a costo di andare incontro al fallimento sul piano umano.
RIFLESSIONE  VOCAZIONALE  -  Il tempo della presenza terrena di Cristo era il tempo della visita di Dio. Certo, non mancarono coloro che diedero una risposta positiva, la risposta della fede. Prima di riportare il pianto di Gesù sulla città ribelle (cfr Lc 19,41-44) Luca ci descrive il suo ingresso «regale», «messianico» a Gerusalemme, quando «tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli» (Lc 19,37-38). Ma questo entusiasmo non poteva nascondere agli occhi di Gesù l’amara evidenza di essere respinto dai capi del proprio popolo e dalla folla da essi sobillata (Giovanni Paolo II, Roma, 17 dic 97)

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