3 ottobre 2015 - Celebrazione del Transito del Padre San Francesco


3  ottobre

Primi   Vespri   Solenni   nella   memoria
DEL   TRANSITO   DEL   PADRE   SAN   FRANCESCO



Inno

E’ discesa la notte sul mondo, 
il creato è avvolto nell’ombra:
il Serafico Padre Francesco 
la sua vita conclude sereno.

Ha nel cuore un incendio d’amore, 
nel suo Dio ha la mente rapita; 
i suoi figli lo imploran dolenti:
tu non devi lasciare il tuo gregge.

Leva gli occhi il Serafico Padre, 
stende sopra di loro la destra:
«Su voi scenda qual provvida pioggia 
abbondante la grazia divina.

Allontàni da tutti il peccato, 
alimenti nei cuori l’amore, 
nelle menti riaccenda la luce 
che rischiara e conduce alla meta».

Sulle labbra si spegne la voce, 
il suo spirito è in cielo rapito:
il suo volto rivela raggiante 
la perfetta letizia celeste.

Gloria al Padre e al Figlio cantiamo, 
e allo Spirito Consolatore; 
Trinità sempiterna e beata 
che glorifica gli umili in cielo. Amen.


1 Ant.   Francesco, uomo cattolico e tutto apostolico, alla Porziuncola cominciò a vivere il Vangelo; da lì fu inviato da Dio a predicare con le opere la vita del Figlio di Dio e sempre lì, giubilante, passò da questo mondo al Padre.

Beato l'uomo che teme il Signore *
e trova grande gioia nei suoi comandamenti. 
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, *
la discendenza dei giusti sarà benedetta. 

Onore e ricchezza nella sua casa, *
la sua giustizia rimane per sempre. 
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, *
buono, misericordioso e giusto. 

Felice l'uomo pietoso che dà in prestito, *
amministra i suoi beni con giustizia. 
Egli non vacillerà in eterno: *
il giusto sarà sempre ricordato. 

Non temerà annunzio di sventura, *
saldo è il suo cuore, confida nel Signore. 
Sicuro è il suo cuore, non teme, *
finché trionferà dei suoi nemici. 

Egli dona largamente ai poveri, †
la sua giustizia rimane per sempre, *
la sua potenza s'innalza nella gloria. 

L'empio vede e si adira, †
digrigna i denti e si consuma. *
Ma il desiderio degli empi fallisce.

1 Ant.   Francesco, uomo cattolico e tutto apostolico, alla Porziuncola cominciò a vivere il Vangelo; da lì fu inviato da Dio a predicare con le opere la vita del Figlio di Dio e sempre lì, giubilante, passò da questo mondo al Padre.

2 Ant.   Pronto a sostenere in pace ogni tribolazione, pur di seguire Cristo, povero e crocifisso, bramava con desiderio insaziabile ascendere con lui alla vita immortale.

Glorifica il Signore, Gerusalemme, *
loda, Sion, il tuo Dio.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, *
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. 

Egli ha messo pace nei tuoi confini *
e ti sazia con fior di frumento. 
Manda sulla terra la sua parola, *
il suo messaggio corre veloce. 

Fa scendere la neve come lana, *
come polvere sparge la brina. 
Getta come briciole la grandine, *
di fronte al suo gelo chi resiste? 

Manda una sua parola ed ecco si scioglie, *
fa soffiare il vento e scorrono le acque. 
Annunzia a Giacobbe la sua parola, *
le sue leggi e i suoi decreti a Israele. 

Così non ha fatto 
con nessun altro popolo, *
non ha manifestato ad altri 
i suoi precetti.
2 Ant.   Pronto a sostenere in pace ogni tribolazione, pur di seguire Cristo, povero e crocifisso, bramava con desiderio insaziabile ascendere con lui alla vita immortale.


Dalla Lettera di San Paolo apostolo, ai Galati


Fratelli, sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.       (2,20; 6,14.17-18)


Del Beato “Transito”
del Serafico Padre Francesco

Durante il biennio che seguì all’impressione delle stimmate, egli, come una pietra destinata  all’edificio  della  Gerusalemme celeste, era stato squadrato dai colpi della prova, per mezzo delle sue molte e tormentose infermità e, come un materiale duttile, era stato ridotto all’ultima  perfezione  sotto  il martello  di numerose tribolazioni.
Nell’anno ventesimo della sua conversione, pertanto, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita (cfr. On 6, 17), là dove aveva ricevuto  lo spirito  della grazia (cfr. Eb 10,29). [LegM 14,3]
Giunto alla Porziuncola, così disteso sulla terra, dopo aver deposto la veste di sacco, sollevò la faccia al cielo, secondo la sua abitudine, totalmente intento a quella gloria  celeste, mentre con  la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro perché non si vedesse. E disse ai frati: «Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni» (cfr. Ef 4,21). Volle certamente essere conforme in tutto a Cristo crocifisso, che povero e dolente e nudo rimase appeso sulla croce. [LegM 14,3-4].
E per dimostrare che in tutto era perfetto imitatore di Cristo suo Dio, amò sino alla fine i suoi frati e figli, che aveva amato sin da principio (cfr. Gv 13,1).
Fece chiamare tutti i frati presenti nella casa e, cercando di lenire il dolore che dimostravano per la sua morte, li esortò con affetto paterno all’amore di Dio.
Si intrattenne a lungo sulla virtù della pazienza e sull’obbligo di osservare la povertà, raccomandando più di ogni altra norma il santo Vangelo. [2Cel 216]
Uno dei frati che lo assistevano, molto caro al Santo e molto sollecito di tutti i frati, vedendo questo e conoscendo che la fine era vicina, gli disse: «Padre amato, già i tuoi figli stanno per rimanere orfani e privi della luce dei loro occhi! Ricordati dei figli che lasci orfani, perdona tutte le loro colpe e dona ai presenti e agli assenti il conforto della tua benedizione». E Francesco: «Ecco, Dio mi chiama, figlio. Ai miei frati presenti e assenti, perdono tutte le offese e i peccati e tutti li assolvo, per quanto posso, e tu, annunciando questo, benedicili da parte mia». Poi mentre tutti i frati stavano intorno a lui, stese sopra di loro le mani, intrecciando le braccia in forma di croce, - giacché aveva sempre amato questo segno - e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso. [LegM 14,5]
Mentre i frati versavano amarissime lacrime e si lamentavano desolati, si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da mangiare (cfr. Gv 6,53) un pezzetto a ciascuno.

(Viene benedetto e distribuito un pezzetto di pane invitando i presenti a mangiarne una parte. Nel frattempo si esegue un brano musicale)

Volle anche il libro dei Vangeli e chiese che gli leggessero il Vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia: "Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (cfr. Gv 13,1). Si ricordava in quel momento della santissima Cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli per l’ultima volta, e fece tutto questo appunto a veneranda memoria di quella Cena e per mostrare  quanta tenerezza di amore portasse  ai frati. 

(Il diacono, dopo aver ricevuto la benedizione, si reca all’ambone con il libro dei Vangeli e legge per intero il brano sopra indicato)

Trascorse i pochi giorni che gli rimasero in un inno di lode, invitando i suoi compagni dilettissimi a lodare con lui Cristo.
Invitava pure tutte le creature alla lode di Dio, e con certi versi, che aveva composto un tempo, le esortava all’amore divino. Perfino la morte, a tutti terribile e odiosa, esortava alla lode e, andandole incontro lieto, la invitava a essere sua ospite: "Ben venga, mia sorella Morte!". E ai frati diceva: "Quando mi vedrete ridotto all’estremo, deponetemi nudo sulla terra come mi avete visto ieri l’altro, e dopo che sarò morto, lasciatemi giacere così per il tempo necessario a percorrere comodamente un miglio". [2Cel 217]
Egli poi, come poté, proruppe nell’esclamazione del salmo: "Con la mia voce al Signore grido, aiuto, con la mia voce supplico il Signore" e lo recitò fino al versetto finale: "Strappa dal carcere la mia vita, perche io renda grazie al tuo nome; i giusti mi faranno corona quando mi concederai la tua grazia" (cfr Sal 141). [LegM 145]

3 Ant.   Nudo sulla terra in attesa dello sposo,
splendette nel suo corpo il sigillo del Dio vivo;
e, compiuti in lui tutti i misteri di Cristo,
accolse la morte cantando.

Con la mia voce al Signore grido aiuto, *
con la mia voce supplico il Signore;
davanti a lui effondo il mio lamento, *
al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.

Mentre il mio spirito vien meno, *
tu conosci la mia via.
Nel sentiero dove cammino *
mi hanno teso un laccio.

Guarda a destra e vedi: *
nessuno mi riconosce.
Non c'è per me via di scampo, *
nessuno ha cura della mia vita.

Io grido a te, Signore; †
dico: Sei tu il mio rifugio, *
sei tu la mia sorte
nella terra dei viventi.

Ascolta la mia supplica: *
ho toccato il fondo dell'angoscia.
Salvami dai miei persecutori *
perché sono di me più forti.

Strappa dal carcere la mia vita, *
perché io renda grazie al tuo nome:
i giusti mi faranno corona *
quando mi concederai la tua grazia.

3 Ant.   Nudo sulla terra in attesa dello sposo,
splendette nel suo corpo il sigillo del Dio vivo;
e, compiuti in lui tutti i misteri di Cristo,
accolse la morte cantando.

Giunse infine la sua ora, (cfr  Gv 4,23) ed essendosi compiuti in lui tutti i misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio. (2Cel   217)


Canto O santissima anima,
mentre sali alla gloria del cielo
i beati ti corrono incontro,
gli angeli esultano in coro,
la Trinità gloriosa ti invita dicendo:
“Rimani, rimani con noi in eterno!”.


Le allodole, che sono amiche della luce e hanno paura del buio della sera, al momento del transito del santo, pur essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto della casa e roteando a lungo, con non so quale insolito giubilo, rendevano testimonianza (cfr. Gv 1,7) gioiosa e palese alla gloria del santo, che tante volte le aveva invitate a lodare Dio. [LegM   14,6]
Era l’anno dell’Incarnazione del Signore 1226, il 3 ottobre, di sabato.
A laude di Cristo. Amen.

Cel. Scriveva frate Elia, Generale dell’Ordine, a tutti i frati: “Un gemito mi sale dal cuore: colui che era la nostra consolazione se ne è andato lontano; colui che ci portava tra le braccia come agnelli, si è recato in una regione lontana. Lui, che ha insegnato la via della vita e dell’obbedienza e ha consegnato un testamento di pace, poiché era amato da Dio e dagli uomini, è stato introdotto nelle dimore luminose del cielo. Se per lui dobbiamo rallegrarci con tutta la gioia, per noi è solo rammarico, perché siamo rimasti senza di lui, mentre ci avvolgono le tenebre e ci copre l’ombra di morte. Siamo rimasti orfani senza padre, privati di colui che era la luce dei nostri occhi. Custodite il ricordo del padre e fratello nostro Francesco, a lode e gloria di Colui che lo ha reso grande tra gli uomini e lo ha glorificato tra gli angeli”.

Riflessione del celebrante


Ant al Magn.            Francesco, povero ed umile,
che entri ricco nella gloria, portaci con te,
nel Regno dei cieli.

L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Ant al Magn.            Francesco, povero ed umile,
che entri ricco nella gloria, portaci con te,
nel Regno dei cieli.

Intercessioni

Cel. Per intercessione di Francesco d'Assisi, fratello universale ed esempio di santità, rivolgiamo al Padre la preghiera della Chiesa e del mondo. Diciamo insieme:

Tutti Benedici il tuo popolo, Signore.

Tu sei santo, Signore, e operi cose meravigliose; rinnova ancora la tua Chiesa con la santità di molti che vivano con semplicità e letizia il Vangelo. Preghiamo.

Tu sei protettore, custode e difensore nostro: difendi il nostro Paese da ogni male e custodiscilo nella pace. Preghiamo.

Tu sei bellezza, umiltà e pazienza: rendi ogni uomo fratello tra fratelli, con tutte le creature canti la tua gloria. Preghiamo.

Tu sei nostra speranza, nostra fede e carità: insegnaci ad amare il tuo Cristo crocifisso nel volto degli emarginati del nostro tempo. Preghiamo.

Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene: aiuta i movimenti, le persone, le istituzioni che si ispirano a san Francesco, ad amarti sopra ogni cosa. Preghiamo.

Tu sei trino e uno, Signore Dio degli dei: aiuta la nostra comunità a crescere e maturare, vivendo con fiducia nella tua parola. Preghiamo.

Tutti Ricordati di tutti i tuoi figli, o Padre Francesco: donaci la tua gioia, perché portiamo frutto, infondi in noi il tuo spirito di preghiera, trasmettici la carità con cui hai amato ogni uomo e ogni creatura, perché anche noi, in vita e nel momento della nostra morte, seguiamo le orme di Cristo Crocifisso che ora vive glorioso per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Padre nostro (cantato)

Cel. O Dio, che al serafico Padre San Francesco, povero e umile, hai dato nella Chiesa il carisma della perfetta conformità a Cristo, dalla via della croce alla gioia della Pasqua eterna, concedi a noi, che ne ricordiamo con affetto di figli il pio Transito, di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e, uniti a Te in carità e letizia, di giungere felicemente all’eterna beatitudine. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


BENEDIZIONE

Cel. Il Signore sia con voi.
Tutti E con il tuo spirito.

Cel. L’esempio e l’intercessione del Serafico Padre Francesco vi confermino nell’adesione alla Santa Chiesa e nella fede cattolica, perché viviate la fraternità, la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo.

Cel. Il Signore vi benedica e vi custodisca.
Tutti Amen.

Cel. Faccia risplendere il suo volto su di voi e vi doni la sua misericordia.
Tutti Amen.

Cel. Rivolga su di voi il suo sguardo e vi doni la sua pace.
Tutti Amen.

Cel. E la benedizione di Dio Onnipotente,
Padre, Figlio + e Spirito Santo
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Tutti Amen.

Cel. Andate in pace.
Tutti Rendiamo grazie a Dio.


Salve  Sancte  Pater,
patriae  lux,  forma  Minorum:
Virtutis  speculum,
recti  via,  regula  morum;
Carnis  ab  exilio
duc  nos  ad  regna  polorum.

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