4 ottobre - San Francesco d'Assisi
Nella foto, il Papa Francesco prega davanti alla Tomba di San Francesco d'Assisi. Sopra l'altare si può vedere il reliqiario con la Cartula contenente la benedizione manostritta del Santo.
LA CRIPTA DI SAN FRANCESCO
Il corpo di San Francesco è tumulato sotto
l’altare della Basilica Inferiore di Assisi. Alla sua tomba si accede
attraverso due rampe di scale. Il luogo, volutamente spoglio,
costituisce il cuore del santuario francescano. Il Santo morì alla
Porziuncola la sera del 3 ottobre del 1226.
Il suo corpo fu traslato temporaneamente
nella chiesa di San Giorgio, di cui rimangono ancora alcuni elementi
architettonici all’interno del chiostro del monastero clariano.
Il 25 maggio del 1230 il corpo del Santo fu
inumato definitivamente, con grande solennità, nella Basilica a lui
intitolata, ma ancora in costruzione. Da allora, quello che era indicato
popolarmente come il “colle dell’Inferno”, perché luogo di esecuzioni
capitali, divenne nell’immaginario devozionale il “colle del Paradiso”.
Fra Elia, il celebre fattivo promotore del vasto cantiere assisiate,
depose il corpo del Poverello sotto l’altare maggiore, racchiuso in un
sarcofago di pietra pesante dodici quintali e inchiavardato in una
gabbia di ferro, poi ricoperto da pesanti lastre di travertino,
ricoprendo il tutto con colate di calcestruzzo.
A seguito di richieste reiterate lungo i
secoli, Pio VII permise che si procedesse al rinvenimento delle sacre
spoglie. L’opera di escavazione segreta, durata 52 notti, dal 12 ottobre
al 2 dicembre 1818, presentò difficoltà immani e quasi insormontabili. A
rinvenimento effettuato, un’apposita commissione costituita dai vescovi
dell’Umbria, da periti laici e da notai, procedette finalmente alla
riapertura della Tomba e all’oculata ricognizione dei resti mortali del
Santo, ridotti allo stato di scheletro.
Esauriti gli esami necessari e i normali atti
processuali, Pio VII, con rescritto del 5 settembre 1820, dichiarava
certa e indubitabile l’identità del corpo di San Francesco, decretandone
l’assoluta inamovibilità dal luogo originario, ordinando nel contempo
anche l’allestimento di una cripta decorosa e pienamente agibile. La
cripta fu realizzata in compiuto stile neoclassico dall’architetto
romanico Pasquale Belli. Tra il 1926 e il 1932, l’architetto Ugo Tarchi,
la ridusse in stile neo-romanico per assecondare un clima di maggiore
semplicità. La cripta ospita, in perfetto asse con l’Altare Maggiore
della Basilica Inferiore, l’urna di pietra che per secoli ha conservato e
tutelato le spoglie del Poverello di Assisi. Ai quattro cantoni della
crociera furono poi traslate, dal transetto sinistro della Basilica
Inferiore, le spoglie mortali di quattro seguaci di San Francesco: frate
Rufino, frate Leone, frate Masseo e frate Angelo Tancredi. In fondo
alla piccola navata, all’incrocio delle scale di accesso, furono
traslate e qui tumulate anche le spoglie mortali di Jacopa de’
Settesoli, nobildonna romana che San Francesco chiamava affettuosamente
con il nome di “frate” Jacopa.
Il 24 gennaio 1978, per disposizione di Paolo
VI, si procedette ad una nuova ricognizione del corpo di San Francesco,
che oltre a confermare i dati precedenti, permise anche un migliore
intervento conservativo delle spoglie, sistemate in una piccola scatola
di plexiglass, chiusa nella precedente cassa bronzea del 1820, a sua
volta deposta nell’originale urna di pietra.
Davanti alla Tomba del Santo arde la lampada
votiva anch’essa progettata da U.Tarchi che viene alimentata dall’olio
donato ogni anno da una diversa regione italiana per la festa annuale
del 4 ottobre e che reca inciso il verso dantesco: “Non è che di suo
lume un raggio”.
Il restauro portato ottimamente a termine nel
2011 figura come il primo restauro della cripta di San Francesco dopo
la ricostruzione del Tarchi.
Preghiera di
S. Francesco: Lodi di Dio
Altissimo
Tu sei santo, Signore, solo Dio,
che operi cose meravigliose.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei re onnipotente,
Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi,
Tu sei il bene, ogni bene,
il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine,
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia,
Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia,
Tu sei temperanza,
Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro
difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza,
Tu sei la nostra fede,
Tu sei la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente,
misericordioso Salvatore.