17 settembre: IMPRESSIONE DELLE STIMMATE DI SAN FRANCESCO
Dalla «Legenda minor» di san Bonaventura
(Quaracchi, 1941, 202-204).
Francesco, servo fedele e
ministro di Cristo, due anni prima di rendere a Dio il suo spirito, si ritirò
in un luogo alto e solitario, chiamato monte della Verna, per farvi una
quaresima in onore di san Michele Arcangelo. Fin dal principio, sentì con molta
più abbondanza del solito la dolcezza della contemplazione delle cose divine e,
infiammato maggiormente di desideri celesti, si sentì favorito sempre più di
ispirazioni dall’alto.
Un mattino, verso la festa
dell’Esaltazione della santa Croce; raccolto in preghiera sulla sommità del
monte, mentre era trasportato in Dio da ardori serafici, vide la figura di un
Serafino discendente dal cielo. Aveva sei ali risplendenti e fiammanti. Con
volo velocissimo giunse e si fermò, sollevato da terra, vicino all’uomo di Dio.
Apparve allora non solo alato ma anche crocifisso.
A questa vista Francesco fu
ripieno di stupore e nel suo animo c’erano, al tempo stesso, dolore e gaudio.
Provava una letizia sovrabbondante vedendo Cristo in aspetto benigno,
apparirgli in modo tanto ammirabile quanto affettuoso ma al mirarlo così
confitto alla croce, la sua anima era ferita da una spada di compaziente
dolore.
Dopo un arcano e intimo
colloquio, quando la visione disparve, lasciò nella sua anima un ardore serafico
e, nello stesso tempo, lasciò nella sua carne i segni esterni della passione,
come se fossero stati impressi dei sigilli sul corpo, reso tenero dalla forza
fondente del fuoco.
Subito incominciarono ad apparire
nelle sue mani e nei suoi piedi i segni dei chiodi; nell’incàvo delle mani e
nella parte superiore dei piedi apparivano le capocchie, e dall’altra parte le
punte. Il lato destro del corpo, come se fosse stato trafitto da un colpo di
lancia, era solcato da una cicatrice rossa, che spesso emetteva sangue.
Dopo che l’uomo nuovo Francesco
apparve insignito, mediante insolito e stupendo miracolo, delle sacre stimmate,
discese dal monte. Privilegio mai concesso nei secoli passati, egli portava con
sé l’immagine del Crocifisso, non scolpita da artista umano in tavole di pietra
o di legno, ma tracciata nella sua carne dal dito del Dio vivente.