Famiglia Parrocchiale del 29 maggio 2016
FAMIGLIA PARROCCHIALE
Bollettino
della Parrocchia Madonna del
Mare - Trieste
tel.: 040 . 30 14 11 (Convento) - 040 . 340 33 75 (Ufficio Parrocchiale)
e-mail:
parrocchia@madonnadelmare.it web: www.madonnadelmare.it
domenica 29 maggio 2016
Santissimo corpo e sangue di cristo
“Corpus domini”
Letture: Gn 14, 18-20;
Sal 109; 1 Cor 11, 23-26; Lc 9, 11-17
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle
folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno
cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la
folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e
trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da
mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno
che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti
circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere
a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò
gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai
discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati
via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
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Mosaico pavimentale della Chiesa della Moltiplicazione dei Pani - Tabgha, Siria. V secolo |
Una delle figure più tipiche della Bibbia è il
re-sacerdote non ebreo Melchisedek che offre a Dio pane e vino, e benedice
Abramo capostipite del popolo eletto, e da Abramo riceve la decima di tutto ciò
che aveva con sé (prima lettura). Il brano deve essere completato con la
rilettura che ne fa il salmo responsoriale (109) e la Lettera agli Ebrei (cc. 5-7).
Questa figura di Melchisedek, che compare inattesa e in maniera misteriosamente
velata nella Genesi, è simbolo di un sacerdozio umano originario, vero e sacro,
tanto da poter benedire lo stesso Abramo. Infatti, è al tipo del suo sacerdozio
che viene collegato il sacerdozio regale dei Messia. Vi è perciò qui una
prospettiva molto più vasta e lungimirante che non quella del sacerdozio di
Aronne nel popolo ebraico. Anche il Cristo è in questa linea, sebbene il suo
sacerdozio e il suo sacrificio siano in una sfera più alta e abbiano
un’efficacia che sorpassa infinitamente ogni altra efficacia e a questa
conferiscano significato e valore. Così è considerato il Messia nel salmo
responsoriale che prelude già al rapporto più intimo e unico fra Cristo e Dio.
D’altra parte, nella figura e nel gesto di Melchisedek, assunti e avvalorati da
Gesù, ci viene mostrato che i valori creaturali e umani sono accetti a Dio e
hanno un positivo significato di relazione tra gli uomini e Dio.
L’apostolo Paolo ricalca il realismo usato da Gesù
nella promessa dell’Eucaristia (Gv 6,32-69) - «mangiare di questo pane e bere
di questo calice» - perché l’Eucaristia è veramente cibo e bevanda, è veramente
la Cena del Signore. Paolo, però, si trovava di fronte a un costume della
Chiesa di Corinto che, mentre faceva davvero della Cena un convito di festa,
tuttavia tendeva a renderla soltanto un festino, un semplice banchetto umano. Per
questo, Paolo richiama ciò che ha appreso dal Signore quando ha istituito il
«suo banchetto», nella notte in cui veniva tradito; e l’apostolo aveva loro
trasmesso fedelmente questo fatto; quindi la festività cristiana della Cena del
Signore non deve dimenticare questa dolorosa realtà. Ora la Cena viene
celebrata nella luce della risurrezione e nella prospettiva del ritorno del
Signore. Perciò è insieme «memoriale» della morte del Signore e «promessa» di partecipazione
alla gloriosa risurrezione nel suo ritorno glorioso (cf Gv
6,39.40.44.51.54.58). È l’«annuncio» più concreto del Cristo,
«evangelizzazione» in atto: «Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di
questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga» (seconda
lettura). Sono un richiamo a questa realtà le «acclamazioni» di fede dopo la
consacrazione del pane e del vino nella Messa.
San Tommaso d’Aquino ha espresso bene il molteplice
significato dell’Eucaristia: «Mistero della Cena! Cristo diventa il nutrimento,
si fa memoria della sua passione, l’anima è riempita di grazia, ci è donato il
pegno della gloria» (antifona al Magnificat, II vespri). Questa
«evangelizzazione» che è l’Eucaristia impegna tutta la comunità ecclesiale:
mangiate, bevete, annunziate. È una responsabilità che coinvolge tutta la vita
di coloro che partecipano di quel pane e di quel vino.
Luca ci dice che Gesù, dopo aver parlato del regno
di Dio alle folle e guarito i sofferenti, per non rimandare digiuna tanta
gente, moltiplicò cinque pani e due pesci (vangelo). Questo miracolo, la prima
moltiplicazione dei pani, viene indicato dallo stesso Giovanni come «segno»
dell’Eucaristia (Gv 6). Visto in questa prospettiva eucaristica, lo sfamare una
folla affamata può richiamare ai cristiani anche il comando di Gesù: «Fate
questo in memoria di me». La preoccupazione per la fame che tormenta tanta
parte degli uomini e l’interessamento per alleviarla divengono elementi della
celebrazione eucaristica. Già le prime comunità cristiane - sollecitate dagli
apostoli (cf 1 Cor 16,1-4; 2 Cor 8-9; Rm 15,25-28) - usavano fare le «raccolte»
di beni e di denaro per i poveri, durante la celebrazione dell’Eucaristia. Ma
non va mai dimenticato che «la fame degli uomini» non è fame di solo pane, dal
momento che il pane è appunto il simbolo che essa è soprattutto «fame di Dio».
AVVISI PARROCCHIALI
domenica 29
|
Solennità del
“Corpus Domini”
·
Non c’è la S. Messa serale delle ore 19.00.
·
Ore 18.00, S. Messa a San Giacomo, segue processione
Eucaristica fino a San Giusto.
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lunedì 30
|
Festa della
Visitazione della Beata Vergine Maria
·
Ore 20.30, recita del S. Rosario presso la Casa
“La Madre”
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martedì 31
|
·
Ore 16.30, catechismo parrocchiale in Oratorio.
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mercoledì 1
|
· Al
termine della S. Messa serale, esposizione e adorazione del Ss. Sacramento e
preghiera per le vocazioni.
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giovedì 2
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· Ore 10.00, a San Giusto,
Giubileo Diocesano per la Vita Consacrata
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sabato 4
|
·
Ore
16.00, presso la Cattedrale di Vicenza, Ordinazione Sacerdotale di Fra Tullio
Bonollo. A lui i nostri più cari auguri e il ricordo nella preghiera.
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domenica 5
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Domenica X del Tempo Ordinario
·
Prima Messa di Fra Tullio nel proprio paese.
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Domenica 12 Giugno,
Prima S. Messa Solenne in Parrocchia
del Novello sacerdote Fra Tullio Bonollo
Domenica 12
giugno, alle ore 10.00, fra Tullio Bonollo, novello sacerdote, celebra la sua
Prima Messa solenne in Parrocchia. Partecipiamo con gioia, nella fede e nella
preghiera, a questo grande evento, così importante per la vita stessa di Fra
Tullio e per la vita della nostra comunità parrocchiale.
Gratitudine e
riconoscenza
Desidero ringraziare di cuore tutti coloro che in
queste settimane si sono prodigati e hanno lavorato per l’organizzazione e
l’ottima realizzazione di alcune attività ed eventi parrocchiali, tra le quali,
le celebrazioni della prima confessione, della prima comunione e della festa
parrocchiale della Madonna del Mare, nostra Patrona. Grazie a tutti coloro che
hanno accompagnato questi momenti così speciali soprattutto con la preghiera. A
tutti la mia riconoscenza.
fra Andrea,
parroco
INTENZIONI SS. MESSE
domenica 29
maggio
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Corpus Domini
ore 8.30 - def.to Franco
-
def.to Ferruccio
ore 10.00 -
Per l’Assemblea
ore 11.30 - def.ti Rosario,
Veronica e Luigia
- def.ti Andreina, Anna, Maria e Gastone
ore 19.00 - SOSPESA
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lunedì 30
maggio
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ore 8.30 - Secondo l’intenzione dell’offerente
ore 19.00 -
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martedì 31
maggio
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ore 8.30 -
ore 19.00 - def.to Claudio Bracco
-
Secondo l’intenzione dell’offerente
|
mercoledì 1
giugno
|
ore 8.30 -
ore 19.00 -
def.ti Giovanni e Luigi
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giovedì 2
giugno
|
ore 8.30 - def.ti Maria,
Pietro, Mariagrazia e Giuseppe
ore 19.00 -
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venerdì 3
giugno
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Sacratissimo Cuore di Gesù
ore 8.30 -
ore 19.00 - def.to Franco
Russo
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sabato 4
giugno
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Cuore Immacolato di Maria
ore 8.30 -
ore 19.00 -
ore 16.00, in cattedrale a Vicenza,
Ordinazione
Sacerdotale di Fra Tullio
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domenica 5
giugno
|
ore 8.30 -
ore 10.00 -
Per l’Assemblea
ore 11.30 - def.ta Licia Apollonio
ore 19.00 - def.to Oddone
-
def.to Giovanni Napolitano
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Durante un dibattito fra Antonio e un eretico circa la presenza di
Gesù nell'Eucaristia, l’eretico sfida il Santo a dimostrare con un
miracolo la vera presenza di Cristo nell'ostia consacrata, promettendo che se ci fosse riuscito si sarebbe convertito alla retta dottrina.
Spiega poi il suo piano: avrebbe tenuto chiusa la sua mula per alcuni
giorni nella stalla, senza darle da mangiare; poi l’avrebbe portata in
piazza di fronte alla gente, mettendole davanti della biada. Allo stesso
tempo Antonio avrebbe dovuto mettere l'ostia di fronte alla mula: se
l’animale si fosse inginocchiato davanti alla particola, ignorando il
cibo, si sarebbe convertito.
Nel giorno convenuto il Santo mostra l’ostia alla mula e dice: «In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno,
tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di
avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta
venerazione».
E così avviene: Antonio non fa a tempo a finire di pronunciare queste parole che la mula abbassa la testa fino ai garretti e si inginocchia davanti al sacramento del corpo di Cristo.
Immagine: Sant'Antonio e il miracolo della mula, Girolamo Tessari (attribuito), 1515, Scuola del Santo, Sala delle Adunanze