Famiglia Parrocchiale del 26/09/2010

Domenica 26 settembre 2010
Domenica XXVI° del Tempo Ordinario
Letture: Am 6, 1.4-7; Sal 145; 1 Tm 6, 11-16; Lc 16, 19-31




La ricchezza che aliena dai beni del regno

Povertà e ricchezza sono situazioni antiche quanto il mondo. Ma hanno fatto e continuano sempre a fare problema. Le interpretazioni e le soluzioni sono molte. C’è chi collega povertà e ricchezza alla «fortuna» e al caso. Chi vede nella povertà il segno della incapacità e del disordine morale e nella ricchezza il segno e il premio dell’intelligenza e della virtù. Per altri è proprio il contrario: chi è onesto non si arricchisce, perché per diventare ricchi non bisogna avere troppi scrupoli di coscienza. Ricchezza coincide con sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo: il ricco è un ladro, disposto a tutto per difendere il suo privilegio. Nasce il disordine costituito, la società violenta. E nasce il problema: come fare giustizia? Come dividere giustamente i beni della terra e i frutti del lavoro dell’uomo? Come cambiare l’ordine delle cose?
Anche nella Bibbia troviamo una duplice «lettura» della povertà e della ricchezza. Da una parte la povertà è scandalo, un male da togliere, un male che è quasi la cristallizzazione del peccato, mentre nella ricchezza c’è il segno della benedizione di Dio. L’amico di Dio è l’uomo dotato di ogni bene.
Il povero è colui nel quale si specchia il disordine del mondo.
Però c’è’ anche tutta una linea profetica che termina nel «guai a voi, o ricchi!» di Gesù e che vede nella ricchezza il pericolo più grave di autosufficienza e di allontanamento da Dio e di insensibilità verso il prossimo. E contrapposto al «guai a voi, o ricchi!», c’è il «beati i poveri»: la povertà diventa una specie di zona privilegiata per l’esperienza religiosa. Il povero è l’amato da Iahvè; a lui è annunciato il Regno. Il povero è il primo destinatario della Buona Novella. La povertà non è più disgrazia o scandalo, ma beatitudine. La beatitudine del povero sarà pienamente rivelata dopo la morte, con un rovesciamento delle situazioni (vangelo).
La parabola del ricco epulone va considerata allora come l’accettazione fatalistica di un disordine costituito in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, in cui il ricco opprime il povero? E come consolazione alienante per i poveri di questo mondo? La religione è l’oppio che addormenta e tiene buoni i poveri? Questo modo di leggere la parabola non è vangelo, ma una caricatura dei vangelo.
Il vangelo è denuncia profetica di ogni ordinamento ingiusto e rivelazione delle cause profonde dell’ingiustizia. Anche il povero può essere un ricco potenziale e lottare non per la giustizia ma per prendere il posto dei padroni. Il vangelo è appello alla conversione radicale per tutti, poveri e ricchi, conversione da realizzare subito. «Anche tra i ricchi Gesù annunzia il Regno che viene. Ma condanna i mali che la ricchezza trascina con sé: vede il ricco pri¬gioniero dei suoi beni portato a escludere ogni altro valore, a considerare i suoi simili strumento della sua avidità.
Nella parabola viene mostrato come la prospettiva del futuro abbia peso sull’oggi e come il rapporto dell’uomo con l’uomo abbia un riflesso con il suo definitivo essere innanzi a Dio. Il vangelo è una forza dinamica di trasformazione e di cambiamento «continuo». L’avventura dell’amore, inaugurata da Cristo e proseguita dopo di lui, invitando l’uomo ad acconsentire attivamente alla legge della libertà, ha di fatto causato una progressiva trasformazione dei rapporti tra gli uomini... Non è però un manifesto rivoluzionario e neppure un programma di riforma in materia sociale. E’ qualcosa di più e di più essenziale. Il vangelo non ci insegna nulla sulla rivoluzione. Tentare di costruire una teologia della rivoluzione partendo dal vangelo è illudersi e non cogliere l’essenziale. Sul piano degli obiettivi e dei mezzi, i cristiani e i non cristiani devono fare appello alle risorse della razionalità umana, scientifica e morale; gli uni e gli altri devono ricercare le soluzioni efficaci, anche se i comportamenti concreti possono divergere. Ma i cristiani, presi nell’avventura dell’amore e nella sola misura in cui accettano di viverla come Cristo e alla sua sequela, saranno più attenti a fare in modo che essa non degeneri in nuove oppressioni e in nuovo legalismo.


AVVISI PARROCCHIALI
settimana dal 26 settembre al 4 ottobre

domenica 26 settembre
Apertura Anno Pastorale
• Durante la S. Messa delle ore 10.00, celebrazione del mandato a tutti gli operatori della Pastorale Parrocchiale.
• Segue in Oratorio, la programmazione e il ritiro di inizio anno pastorale con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e la presenza di tutti i collaboratori.

martedì 28 settembre
• Ore 16.30, in Oratorio, catechismo parrocchiale.

mercoledì 29 settembre
• Durante la S. Messa delle ore 19.00, rinnovo dei voti temporanei di Suor Maria Lucia.

giovedì 30 settembre
Triduo per la Solennità di S. Francesco
• Al termine della S. Messa serale, recita dei Vespri e catechesi in preparazione alla solennità di S. Francesco.

venerdì 1 settembre
Triduo per la Solennità di S. Francesco
• Al termine della S. Messa serale, recita dei Vespri e catechesi in preparazione alla solennità di S. Francesco.

sabato 2 ottobre
Triduo per la Solennità di S. Francesco
• Al termine della S. Messa serale, recita dei Vespri e catechesi in preparazione alla solennità di S. Francesco.

domenica 3 settembre
• Ore 16.00, in Cattedrale, assemblea diocesana, in preparazione al Sinodo Diocesano. È invitato in modo particolare il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
• Al termine della S. Messa serale, celebrazione della “Memoria del Transito di San Francesco d’Assisi”.

lunedì 4 ottobre
Solennità di San Francesco d’Assisi

• Grazie di cuore a tutti coloro che domenica scorsa hanno partecipato e collaborato per la buona riuscita della Festa Diocesana della Famiglia.
• Viviamo questa settimana con impegno e partecipazione per prepararci bene alla solennità del nostro Padre San Francesco.
• Accogliamo con affetto e gratitudine Padre Lorenzo Zanfavero nel suo impegno fraterno e pastorale come vicario parrocchiale, in questa nostra comunità. A lui i migliori auguri.

Fra Andrea, parroco

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