FAMIGLIA PARROCCHIALE del 09-08-2009

DOMENICA 9 AGOSTO 2009
XiX Domenica del Tempo Ordinario - III Settimana del Salterio
Letture: 1 Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51

Gesù pane di vita

I segni della presenza di Dio accanto al suo popolo in cammino nel deserto furono particolarmente due: il pane venuto dal ciclo (manna) e l'acqua scaturita dalla roccia: sono anche i segni attraverso i quali Dio fa sentire la sua presenza efficace al suo fedele profeta (1a lettura).
Gesù, sacramento vivente del Padre in mezzo agli uomini, lascia un segno che non è soltanto indicativo della presenza, ma efficace di essa.
Nel capitolo VI di Giovanni è possibile distinguere una doppia prospettiva: quella degli ascoltatori diretti di Gesù, per i quali il discorso riguarda soprattutto la fede e l'accoglienza di Gesù, vero pane del Cielo, e quella dei contemporanei dell'evangelista, per i quali il discorso di Gesù ha un trasparente significato eucaristico.
Giovanni scrive dopo aver vissuto la prima esperienza delle comunità cristiane; quindi, dopo che l'abitudine di riunirsi per celebrare la cena eucaristica si era già stabilita fra i primi credenti. La sua prospettiva, perciò, è già il riflesso di una prassi sacramentale in uso; è chiaro allora che le parole e gli eventi dell'esistenza di Gesù sono letti con una pienezza e ricchezza di prospettive che non erano possibili il giorno nel quale gli apostoli avevano sentito parlare per la prima volta di pane di vita.
Il v. 35: «Io sono il pane della vita» ci fa pensare immediatamente all'Eucaristia. Inoltre «il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo», con la sua profonda somiglianza a Lc 22,19 («questo è il mio corpo che è dato per voi») e a 1 Cor 11,24 («questo è il mio corpo, che è per voi...», ha tutta l'apparenza di essere la forma dell'istituzione eucaristica propria di Giovanni.
Nel racconto di Giovanni la fede in Gesù sta sempre in primo piano, ma essa è vista in rapporto ai segni attraverso i quali si rende visibile. Fede e sacramenti della fede sono ormai inseparabili.
La fede esige il sacramento e il sacramento è incomprensibile al di fuori della fede.
Al centro sta il tema della «vita»: il tema cioè della realizzazione piena dell'uomo. Cristo è venuto a realizzare questa vita: è la stessa vita del Padre suo, vita eterna, senza fine. L'uomo la cerca ma non riesce a trovarla o la trova solo «provvisoriamente», e solo momentaneamente riesce a saziare la sua fame.
Cristo solo riesce a sfamare «totalmente», perché «questo è il pane che discende dal ciclo». Chi ne mangia non muore.
Il pane eucaristico segue le leggi del pane casalingo offerto dal padre di famiglia ai suoi. Il pane acquista significato perché qualcuno lo ha fabbricato, qualcuno lo ha guadagnato, qualcuno lo mangerà. I genitori procurano il pane, il cibo, i vestiti, con il proprio lavoro. Essi sono pane di vita per i loro figli, non soltanto perché hanno dato loro la vita, ma perché, in qualche modo, sono continuamente «mangiati» dai loro figli. Dando il pane, frutto del loro lavoro, il padre e la madre possono in qualche modo dire: «Questo pane è la mia carne data per i miei figli», mentre i commensali che partecipano a questo pane, partecipano, in qualche modo, alla vita stessa di chi loro lo dona.
Se genitori e figli possono dare al pane un significato così profondo, perché Gesù non potrebbe dare al pane un significato e una realtà tutta nuova, al livello della profondità di tutto il suo essere, e farne così la partecipazione della sua vita con il Padre e il segno efficace della sua intima presenza e comunione con coloro che in lui credono? L'esperienza serena del pasto familiare e la scoperta dei profondissimi significati umani che sono nascosti nelle espressioni e nei gesti quotidiani che la famiglia compie quando si siede a tavola, sono la strada più semplice e, catechisticamente, più valida per introdurre ad una comprensione ricca ed autentica dell'Eucaristia. Mangiare il pane di vita significa credere in Gesù, unirsi a lui, per essere una sola cosa con lui. Sotto i segni del pane e del vino condivisi, Gesù si rende presente a noi e ci da la possibilità di vivere in lui, di comunicare, cioè, alla sua vita nello Spirito Santo.
I doni che avevamo presentato al Padre nel rito delle offerte, ci vengono da lui restituiti come «pane del cielo», come pegno di vita eterna, nel momento della Comunione.

INTENZIONI SS. MESSE
settimana dal 9 agosto al 16 agosto 2009


domenica 9 agosto
ore 8.30 - def.to Andrea
ore 10.00 - Per l’assemblea / def.to Pietro Giacchin
ore 11.30 - def.ta Giuseppina Grieco
ore 19.00 - def.to Angelo Dodi

lunedì 10 agosto
ore 7.00 - def.ta Lucia Piccini
ore 9.00 - def.ti Giovanni, Elena e Francesca
ore 19.00 - def.ta Maria Grazia Fabris

martedì 11 agosto
S. Chiara d’Assisi, confondatrice del 2° ordine
ore 7.00 - def.to Giuseppe
ore 9.00 - def.ti Carmela, Giuseppe e Guido Zorzet
ore 19.00 - def.ti Natalina e Beniamino Casula

mercoledì 12 agosto
ore 7.00 - def.ti Eugenio, Elisabetta e Silvana
ore 9.00 - def.to Andrea Querzola
ore 19.00 - def.ti Ugo e Oreste Casula

giovedì 13 agosto
ore 7.00 - def.to Rolando Scaglia
ore 9.00 - def.ti Corrado e Giovanna Ban
ore 19.00 - def.to Franco Pieri (obitus)

venerdì 14 agosto
S. Massimiliano M. Kolbe
ore 7.00 -
ore 9.00 - def.to Péadre Sante Zuccher
ore 19.00 - def.to Paolo Perosa

sabato 15 agosto
Assunzione della Beata Vergine Maria
ore 8.30 - def.ta Maria Scaglia
ore 10.00 - Per l’assemblea / def.to Andrea Querzola
ore 11.30 - def.ti Corrado e Maria
ore 19.00 - def.to Marcello Aglialoro

domenica 16 agosto
ore 8.30 - def.ti Elisa e Lino Favretto
ore 10.00 - Per l’assemblea
ore 11.30 - def.to Massimo Del Neri
ore 19.00 - def.ti Giuseppe e Assunta

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