Riflessioni e Preghiere per la Terza Settimana di Avvento
TERZA
SETTIMANA DEL TEMPO DI
AVVENTO
“rallegratevi,
il signore è vicino”
Domenica 11 dicembre - III° di Avvento - Is 35,1-6.8.10; Sal 146; Gc
5,7-10; Mt 11,2-11
MEDITAZIONE -
Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo attenderne un
altro? – Ogni uomo,
quando si interroga sul Vangelo, non pone una questione qualsiasi, ma pone la
questione decisiva circa la propria vita: vale la pena o no affidarsi a questo
Messia? Gesù ci rassicura rimandando alle sue parole, alle sue azioni e alle
Scritture con le quali leggere queste azioni e parole. Sono gli occhi della
fede che ci fanno comprendere l’annuncio di Gesù che manifesta l’amore
misericordioso di Dio che si fa vicino agli umili e ai sofferenti di ogni
specie. Alle visioni trionfalistiche, Cristo oppone l’immagine di un Salvatore
dei poveri, «scandalo» per i sapienti di questo mondo.
PREGHIERA -
Ti
rendiamo grazie, o Dio paziente, per il Cristo: egli, che è venuto a rendere
salde le ginocchia vacillanti, viene ancora, sulle strade del nostro esodo a
ridare forza e gioia agli spiriti abbattuti, e verrà ad aprire, per la nostra
felicità, le porte del suo regno eterno.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - Per voi giovani voglio ripetere...
È la domenica del «Gaudete»: rallegratevi! Il vostro diritto è la gioia. Direi
anche che il vostro dovere è la gioia. Questa gioia che viene dal cuore puro,
dalla fede, dalla «spes», dalla carità. Questa gioia che viene anche dal vivere
insieme, dal saper vivere insieme (Giovanni Paolo II, Roma, 15 dic 96).
Lunedì
12 dicembre - Num
24,2-7.15-17; Sal 24; Mt 21,23-27
MEDITAZIONE -
Con quale autorità fai questo? – È la domanda presuntuosa di chi
non accetta Cristo e il suo insegnamento. L’autorità di Gesù è messa in
questione da chi ha un animo meschino e incapace di decidersi. Solo chi è
aperto all’agire di Dio e ne accoglie gli inviati comprende la sua attività e
ne accetta l’autorità. Egli non si rivela a chi pensa di inquadrarlo secondo il
proprio modo di pensare. Solo i «piccoli» possono conoscerlo.
PREGHIERA -
Signore
Gesù, tu hai chiuso la bocca a coloro che rifiutavano a priori di riconoscere
la tua autorità. Donaci un cuore aperto ad accogliere i messaggi dei profeti
autentici, che oggi, come ieri, il Tuo Spirito può suscitare, lui che vive con
Te e con il Padre per i secoli dei secoli.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - Abbattete le barriere della
superficialità e della paura! Riconoscendovi come uomini e donne «nuovi»,
rigenerati dalla grazia battesimale, conversate con Gesù nella preghiera e
nell’ascolto della Parola; gustate la gioia della riconciliazione nel
sacramento della Penitenza; ricevete il Corpo e il Sangue di Cristo
nell’Eucarestia; accoglietelo e servitelo nei fratelli. Scoprirete la verità su
voi stessi, l’unita interiore, e troverete il «Tu» che guarisce dalle angosce,
dagli incubi, da quel soggettivismo selvaggio che non lascia pace (Giovanni
Paolo II, Parigi, 15 ago 96).
Martedì
13 dicembre - Sof 3,1-2.9-13;
Sal 33; Mt 21,28-32
MEDITAZIONE -
I pubblicani... passano avanti nel regno di Dio – Davanti a Dio non si accampano
diritti. Ciò che conta è vivificare la fede con l’operosa adesione al volere di
Dio. Non é il figlio ossequente che compie la volontà del Padre; non si
risponde a Dio con parole, parole, solo parole, ma soltanto con l’invito alla
conversione e pentendosi. L’unica via per essere »giusti» dinanzi a Dio è
quella aperta in Cristo per ogni uomo: la via della fede.
PREGHIERA -
Signore,
Dio nostro, Tu non hai voluto limitare la grazia a un solo popolo o agli uomini
che credono di possederti in virtù dei loro meriti. Fa’ di noi dei figli
disponibili ai tuoi richiami e pronti a compiere quella volontà di amore che Tu
hai manifestato in Gesù Cristo, Tuo Figlio e Signore nostro.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - «Va a lavorare nella mia vigna!» (cfr Mt 21,28), dice il padre del parabola
evangelica ai suoi due figli, ed attende da loro una risposta: non si
accontenta di parole, vuole un impegno fattivo. I due rispondono in modo
differente: il primo si dichiara disponibile ma poi non fa nulla; l’altro,
invece, apparentemente rifiuta l’invito paterno, ma, dopo qualche
tergiversazione fa quel che gli è richiesto. L’evangelista Matteo presenta così
una tipologia degli atteggiamenti che gli uomini, nell’arco della storia,
assumono nei confronti di Dio. L’invito evangelico a lavorare nella vigna del
Signore risuona nella vita e nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, chiamati
ad impegnarsi concretamente nella vigna divina ed a lasciarsi coinvolgere nella
missione di salvezza. In questa parabola ciascuno di noi può riconoscere la
propria esperienza personale (G.P. II, 16 dic 97).
Mercoledì
14 dicembre
- Is
45,6b-8.18.21b-25; Sal 84; Lc 7,18b-23
MEDITAZIONE -
Andate e riferite ciò che avete visto: ai poveri è
annunziata la buona novella – Che Gesù parli ai poveri, agisca per i poveri, dica
quelle cose e non altre, faccia opere e non altre: ecco queste sono le sue
credenziali. E questo, a sua volta, diviene misura di chi vuole rispondere alla
chiamata alla fede. L’esperienza rivelatrice del Cristo che annuncia ai poveri
la buona notizia della libertà è l’unica garanzia della nostra adesione e
missione nel mondo. Una missione che ricalca le orme del Maestro e annuncia ciò
che si è «visto».
PREGHIERA -
Signore
Gesù, ti ringraziamo per aver scelto, nel manifestare la tua missione, non i
cataclismi che molti attendevano, ma gesti semplici e chiari di guarigione e di
gioia. Donaci di non cercarti nelle cose straordinarie e apri i nostri occhi
all’evidenza quotidiana del tuo amore.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - È vero: Gesù è un amico esigente
che indica mete alte, chiede di uscire da se stessi per andargli incontro,
affidando a lui tutta la vita: «Chi perderà la propria vita per causa mia e del
Vangelo, la salverà» (Mc
8,35). Questa proposta può
apparire difficile e in alcuni casi può far anche paura. Ma – vi domando – è
meglio rassegnarsi ad una vita senza ideali, ad un mondo costruito a propria
immagine e somiglianza, o piuttosto cercare generosamente la verità, il bene,
la giustizia, lavorare per un mondo che rispecchi la bellezza di Dio, anche a
costo di dover affrontare le prove che questo comporta? (Giovanni
Paolo II, Parigi, 15 ago 96).
Giovedì 15 dicembre
- Is
54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30
MEDITAZIONE -
“Che
cosa siete andati a vedere nel deserto?” Gesù tenta di rettificare la maniera di vedere della
folla curiosa e in attesa di novità. Anche noi chiediamoci come guardiamo gli
eventi della storia, come guardiamo la novità attorno a noi? Educarsi a vedere
con la speranza dei semplici e a scorgere ovunque la presenza di Dio e della
sua provvidenza, forse è questo che la Parola del Signore oggi vuole
incoraggiarci a meditare per imparare a vivere da veri testimoni della gioia
del Vangelo e figli del regno di Dio.
PREGHIERA -
Signore
dell’universo, nostro redentore, nel tuo amore eterno tu hai avuto pietà di noi
e sei venuto in mezzo ai peccatori. Illumina il nostro cuore perché i nostri
occhi vedano la tua presenza, perché non rifiutiamo il disegno che tu hai su di
noi in Gesù Cristo, nostro Signore.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - Si tratta di un patrimonio di
grande valore, che aiuta l’uomo a vivere: lo aiuta, infatti, a comprendere il
bisogno e il senso dell’attesa e lo convince che all’attesa corrisponde
l’incontro. Dio stesso viene incontro all’uomo, perché l’uomo possa
incontrarlo. Nella liturgia dell’Avvento questo incontro viene annunciato da
san Giovanni Battista. A lui, come leggiamo nell’odierno testo evangelico,
Cristo rende testimonianza con parole significative: “Io vi dico, tra i nati di
donna non c’è nessuno più grande di Giovanni” (Lc 7, 28) (Giovanni Paolo II, Omelia, 15 dic 94).
Venerdì
16 dicembre - Is 56, 1-3.6-8;
Sal 66; Gv 5,33-36
MEDITAZIONE - “Le
opere che il Padre mi ha dato da compiere”. Se riuscissimo a scorgere la presenza di Gesù in noi,
e a comprendere che siamo noi l’opera più bella che Padre ha rifatto nel
Figlio, riusciremmo a mantenerci nella pace e soprattutto a dare pace perché
comprenderemmo che ogni persona ci riporta a Dio come “opera” Sua. Saremmo testimonianza
reciproca della Sua Presenza d’Amore.
PREGHIERA -
Padre
buono, tu hai inviato il tuo Figlio per salvarci. Donaci di rendere fedelmente
la nostra testimonianza a Gesù, sull’esempio del Battista, consapevoli che tu
solo puoi rendergli la testimonianza decisiva, tu in noi e tra noi.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE - Giovanni Battista, rifiutandosi di
tacere la legge del Signore e di venire a compromesso col male, «immolò la sua
vita per la verità e la giustizia» e fu così precursore del Messia anche nel
martirio (cf Mc
6,17-29). Per
questo, «fu rinchiuso nell’oscurità del carcere colui che venne a rendere
testimonianza alla luce e che dalla stessa luce, che è Cristo, meritò di essere
chiamato lampada che arde e illumina... E fu battezzato nel proprio sangue
colui al quale era stato concesso di battezzare il Redentore del mondo». […] La
Chiesa propone l’esempio di numerosi santi e sante, che hanno testimoniato e
difeso la verità morale fino al martirio o hanno preferito la morte ad un solo
peccato mortale. Elevandoli all’onore degli altari, la Chiesa ha canonizzato la
loro testimonianza e dichiarato vero il loro giudizio, secondo cui l’amore di
Dio implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti, anche nelle
circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche con l’intenzione di
salvare la propria vita (Giovanni Paoli II, Veritatis
Splendor, 91).
Sabato
17 dicembre - Gen 49,2.8-10; Sal 71;
Mt 1,1-17
MEDITAZIONE -
Gesù, il figlio di Davide e di Abramo – La genealogia di Gesù ci rivela che
il Salvatore è saldamente inserito nella storia di un popolo, il popolo
d’Israele che ha in Abramo il suo capostipite, ma che include anche personaggi
pagani. È una storia fatta di luci ed ombre che ha il suo coronamento in Gesù
Cristo, il figlio di Maria. Uomo come noi, egli porta la salvezza a tutta
l’umanità. Israele e i pagani, tutti in lui sono benedetti. Ogni uomo vedrà la
salvezza di Dio.
PREGHIERA -
Dio di
Abramo, di Isacco e di Giacobbe, Dio di Gesù Cristo e Dio nostro, tu hai
promesso a Giuda una regalità senza fine. Facci riconoscere nel Tuo Figlio,
discendente da una stirpe umana, colui a cui appartiene ogni potere e a cui
tutti i popoli obbediranno nei secoli dei secoli.
RIFLESSIONE VOCAZIONALE -
Il Natale ci fa
commemorare l’evento che apre l’era cristiana: la nascita di Gesù... Attraverso
l’umanità assunta nel grembo di Maria, il Figlio eterno di Dio comincia a
vivere da bambino e cresce «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
uomini» (Lc 2,52). Egli si manifesta così come
vero uomo... Tutto ciò che è umano, eccetto il peccato, è stato assunto dal
Figlio di Dio. L’Incarnazione é frutto di un amore immenso, che ha spinto Dio a
voler condividere pienamente la nostra condizione umana. Il farsi uomo del
Verbo di Dio ha prodotto un cambiamento fondamentale nella condizione stessa
del tempo. Possiamo dire che, in Cristo, il tempo umano si è riempito
d’eternità (Giovanni Paolo II, Roma, 10 dic
97).