VIa Misericordiae
Via misericordiae
Papa Francesco, nella Bolla di indizione del
Giubileo della Misericordia, esprime il desiderio che «il popolo cristiano
rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale»
(Misericordiae Vultus, n. 15), che la
tradizione della Chiesa ha tramandato in questi due elenchi:
Le sette opere di misericordia corporale:
1. Dar da mangiare agli affamati
2. Dar da bere agli assetati
3. Vestire gli ignudi
4. Alloggiare i
pellegrini
5. Visitare gli infermi
6. Visitare i carcerati
7. Seppellire i morti
Le sette opere di misericordia spirituale:
1. Consigliare i dubbiosi
2. Insegnare agli ignoranti
3. Ammonire i peccatori
4. Consolare gli
afflitti
5. Perdonare le offese
6. Sopportare con pazienza le persone moleste
7. Pregare Dio per i vivi e per i morti
Con questo Giubileo straordinario, il Papa ci
esorta a prendere in seria considerazione tutte queste opere e ad aprire gli
occhi «per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle
privati della dignità» (MV, n. 15).
I pannelli esposti nelle colonne della Chiesa
vogliono farci riflettere e pregare, affinché il Giubileo sia un’occasione
preziosa per riscoprire il valore evangelico della misericordia, «architrave
che sorregge la vita della Chiesa» (MV,
n. 10), attingendo all’esempio e agli insegnamenti di Gesù.
1
Dar
da mangiare agli affamati
Per fare frutti degni di conversione,
Giovanni Battista dice che occorre dare da mangiare a chi non dispone di cibo (Lc 3,8-11). Gesù stesso ci insegna a
mettere a disposizione degli altri il poco che abbiamo (Mt 15,36). Questo significa, oggi, adoperarsi attivamente affinché
siano evitati gli sprechi di cibo, destinando a chi ne ha bisogno il nostro
superfluo, e fare in modo che le risorse alimentari del pianeta siano davvero
per tutti i popoli, soprattutto dei più poveri.
Signore Gesù, tu ci insegni
a
mettere a disposizione le nostre risorse
per alleviare le necessità
di
quanti mancano del cibo.
Fa’
che, dando loro
quello
di cui hanno bisogno,
offriamo
loro solidarietà e speranza,
perché
possano sentire,
attraverso i nostri gesti,
il
tuo amore provvidenziale.
1
Consigliare i dubbiosi
Gesù, mostrando ai suoi discepoli le sue mani
e i suoi piedi, disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore?» (Lc 24,38). Non
potremo aiutare chi è nel dubbio se non mostrando con la nostra vita che il
Signore è risorto, ci guida e illumina i nostri cuori. È il suo Spirito che ci
dà la forza di infondere speranza e pace a chi è nel dubbio e nelle prove della
fede.
Signore
Gesù, rafforza la nostra fede,
affinché
la nostra stessa vita
sia
testimonianza del tuo amore.
Poni
sulle nostre labbra
parole
buone, che arrivino al cuore
di
chi è nel dubbio o nella prova,
fa’
che il tuo Spirito buono
arda
nei nostri cuori
e ci
apra gli occhi a contemplare
la
tua presenza tra noi.
2
Dar
da bere agli assetati
Gesù ci ha insegnato: «chi avrà dato da bere
anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un
discepolo, non perderà la sua ricompensa» (Mt
10,42). Sappiamo che la penuria d’acqua colpisce ancora molte parti del
mondo. Occorrerà, dunque, preoccuparsi che tutti possano accedere equamente a
questo bene vitale, sostenendo in particolare enti e associazioni che sono
attive su questo tema.
Signore
Gesù, tu ci chiami
a
fare il bene nelle situazioni più comuni
della
nostra vita quotidiana;
apri
i nostri occhi, affinché
cogliamo
l’importanza
dei
semplici gesti di bene:
un
solo bicchiere d’acqua fresca,
offerto
nel tuo amore,
è
prezioso ai tuoi occhi,
perché
segno vivo del tuo amore.
2
Insegnare agli ignoranti
«Uno solo è il vostro Maestro e voi siete
tutti fratelli» (Mt 23,8). Solo il
Signore è il nostro vero Maestro e il Vangelo è la via da seguire. Potremo a
nostra volta divenire maestri mettendo in pratica i suoi insegnamenti, con la
nostra condotta di vita. Potremo usare anche le parole, «con dolcezza e
rispetto, con una retta coscienza» (1 Pt
3,16), facendo attenzione che le nostre azioni concordino con quanto
diciamo.
Signore
Gesù, sei tu l’unico Maestro:
ci
indichi la via, ci insegni la
verità
e ci
doni la vita che non ha fine.
Tu
che solo hai parole di vita eterna,
donaci
la sapienza del tuo Vangelo,
affinché
possiamo testimoniare,
con
la vita e le parole,
la
grandezza della tua misericordia
e la
fedeltà del tuo amore per noi.
3
Vestire gli ignudi
Durante la sua passione, il Signore Gesù è
stato spogliato delle sue vesti, è stato privato, cioè, della sua dignità di
uomo (Mt 27,28). Soccorrere chi non
ha di che vestirsi significa anche ridare dignità a chi l’ha perduta, nella
consapevolezza che non abbiamo bisogno solo di cose materiali (Lc 4,4), ma di sentirci fratelli, figli
di un unico Padre, appartenenti all’unica umanità redenta da Cristo.
Signore
Gesù, che sei venuto
per
ridarci vita e speranza,
fa’
che tramite gli aiuti materiali
che
offriamo a chi ha bisogno,
ridiamo
loro quella dignità
che
le vicende della vita hanno tolto,
per
vivere insieme il prezioso bene
della
tua infinita misericordia.
3
Ammonire i peccatori
Come riuscire ad ammonire chi sbaglia, senza
cadere nel rischio di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui, trascurando la
trave che è nel nostro? (Lc 6,41).
San Paolo ci risponde: «Ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati,
con gratitudine» (Col 3,16). La
preghiera, la lode, l’Eucaristia: ecco i mezzi per ammonire se stessi e gli
altri, e seguire con coerenza la via del Vangelo.
Signore
Gesù, tu che sei il volto
misericordioso
del Padre
per l’umanità afflitta e smarrita,
fa’
che nel celebrare il tuo amore per noi
troviamo
la forza di riconoscere
i
nostri errori e di tornare
sulla
via del bene, mostrando a chi
è
lontano da te, la bellezza della
fede
e la
gioia di confidare sempre
nel
tuo amore senza limiti.
4
Alloggiare i pellegrini
Il Signore Gesù, invitando i giusti a entrare
nel regno dei cieli, dirà loro che lo hanno accolto quando era straniero (Mt 25,35). Ospitare quanti si trovano
lontani da casa, per qualsiasi motivo, diventa un modo per accogliere Gesù
stesso. San Paolo ci insegna a essere premurosi nell’ospitalità (Rm 12,13): per noi, oggi, significherà
anche accogliere in modo dignitoso chi è costretto a fuggire dalla propria
terra o cerca una vita migliore.
Signore
Gesù, che hai voluto vestire
i
panni dell’esule e del pellegrino,
apri
i nostri cuori ad accogliere
chi è
in difficoltà, lontano da casa
e
dagli affetti della famiglia.
Il
tuo amore misericordioso
ci
sostenga in questo impegno,
affinché
possiamo sentirci tutti fratelli,
figli
di un unico Padre celeste.
4
Consolare gli afflitti
Consolare è l’’ufficio stesso di Dio (Is 51,12), dello Spirito Paraclito che
ci è stato donato (Gv 14,16). È Dio
stesso, dunque, che «ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo
anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la
consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2 Cor 1,4). Solo uniti a Gesù porteremo frutti di consolazione per
chi è nella prova.
Signore
Gesù,
fonte
di consolazione e di speranza,
donaci
la capacità
di
cogliere la solitudine e le difficoltà
di
quanti sono nella sofferenza,
affinché
possiamo attingere
alla
fonte della tua misericordia
la
consolazione che conforta e risana,
che
ristora e fa riprendere vita.
5
Visitare gli infermi
Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare il
regno dei cieli e a guarire i malati (Mt
10,1). Egli stesso ci guarisce, prendendo su di sé le nostre infermità (Mt 8,17). Siamo dunque chiamati a portare
ai malati il lieto annuncio del Vangelo e a dare il nostro apporto affinché il
malato non sia solo un numero da certificato, ma una persona da accogliere e
ascoltare nella sua umanità debole e bisognosa.
Signore
Gesù, donaci forza e capacità
di assistere
i malati,
offrendo
loro i conforti materiali
e
spirituali di cui hanno bisogno.
Fa’
che pregando per loro e adoperandoci
per la loro guarigione,
cresciamo
anche noi nella vita di fede,
per essere uniti a te
mediante
il nostro amore per gli altri.
5
Perdonare le offese
«Quando vi mettete a pregare, se avete
qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei
cieli perdoni a voi le vostre colpe» (Mc
11,25). Come noi chiediamo misericordia a Dio per i nostri peccati, e
veniamo da lui accolti e perdonati, così dobbiamo accogliere e perdonare quanti
ci offendono. Perdoniamo oggi, in maniera consapevole, ciò che forse domani
avremo dimenticato.
Signore
Gesù, tu ci insegni
a
perdonare i fratelli che ci hanno offeso:
aiutaci in questo cammino
non
sempre facile per noi;
donaci
la grazia di comprendere
le
ragioni degli altri,
e
toglici dall’animo ogni rancore,
perché
il nostro cuore sia limpido
e
puro come tu vuoi che sia.
6
Visitare i carcerati
«Ricordatevi dei carcerati, come se foste
loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi
avete un corpo» (Eb 13,3). La nostra
comune umanità ci fa sentire partecipi delle sofferenze degli altri. Non
dobbiamo giudicare chi è in carcere, ma pensare che Gesù stesso ha voluto
condividere la nostra sorte anche nelle vicende più dolorose, ed è lui che
visitiamo in quanti si trovano reclusi (Mt
25,36).
Signore
Gesù, togli dai nostri cuori
ogni
giudizio di condanna,
e
donaci di crescere
nella
tua misericordia.
Tu
che sei venuto a cercare chi era perduto,
fa’
che una volta che ci hai trovati,
non
ci allontaniamo mai più da te
e ti
seguiamo
nella
tua ricerca di chi si è smarrito.
6
Sopportare con pazienza le
persone moleste
La carità «tutto sopporta» (1 Cor 13,7): solo quando accoglieremo
nel nostro cuore Dio stesso, che è carità (1
Gv 4,8), potremo portare «i pesi gli uni degli altri» (Gal 6,2), come Gesù stesso ha portato sulle sue spalle la croce
della nostra umanità. Lasciamo al giudizio di Dio chi ci molesta e ci fa
soffrire, sia fisicamente che moralmente: per quanto ci riguarda adempiamo la
legge di Cristo, che è l’amore.
Signore
Gesù,
poni
di fronte ai nostri occhi
le
nostre miserie,
per
essere più benevoli
nel
sopportare chi ci fa soffrire
o ci
reca fastidio;
fa’
che adempiamo la legge dell’amore
anche
quando richiede da parte nostra
la
virtù della pazienza.
7
Seppellire i morti
Giuseppe d’Arimatea chiese il corpo di Gesù
per dargli degna sepoltura. Comprò un lenzuolo, depose il Signore dalla croce e
lo mise in un sepolcro, mentre Maria, con altre donne, comprò oli aromatici per
ungere il corpo di Gesù: gesti semplici, ma preziosi per l’amore con cui
vengono compiuti. È l’amore - che non termina con la morte - a dare il senso
vero di ogni gesto che compiamo per seppellire i nostri cari.
Signore
Gesù, che ci hai aperto il cuore
alla
speranza della risurrezione,
fa’
che nell’accompagnare
i
nostri cari al sepolcro,
li
sentiamo uniti a noi
nell’unico
sentiero di vita,
che
da questo mondo giunge al porto beato
del
tuo amore senza fine.
La
tua misericordia li accolga nella pace,
e a
noi dia conforto nel dolore del distacco.
7
Pregare Dio per i
vivi e per i morti
Nelle nostre preghiere quotidiane ricordiamo tutti:
coloro che sono ancora nostri compagni di viaggio e i nostri cari defunti,
perché tutti viviamo in Dio (Lc 20,38):
formiamo, infatti, un unico Corpo mistico. Come i nostri cari ci proteggono dal
cielo, così anche noi innalziamo
preghiere per loro; preghiamo anche per i vivi, affinché il Signore ci
illumini tutti con la sua sapienza e ci sostenga nel cammino.
Signore
Gesù,
donaci
di scoprire ogni giorno di più
la
grandezza della preghiera,
respiro
dell’anima.
Fa’
che ricordiamo i nostri cari,
gli
amici e i nemici, vivi e defunti,
perché
impariamo a dilatare il cuore
e a
rivestirci della tua misericordia,
che
ama e accoglie tutta l’umanità.