FAMIGLIA PARROCCHIALE del 26-07-2009

DOMENICA 26 LUGLIO 2009
XVII Domenica del Tempo Ordinario - I Settimana del Salterio
Letture: Re4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15


Il pane ai poveri

Il mangiare è una funzione così essenziale nella vita umana che quasi tutte le religioni ne fanno un simbolo e l'accompagnano con un rito liturgico. Il cristianesimo propone la salvezza sotto forma di un banchetto, che è simbolo ed anticipazione del banchetto eterno.
I tempi predetti dai profeti come i tempi del Messia, sono caratterizzati da questo fatto di immediata intuizione: «abbondanza per i poveri». «I poveri mangeranno e saranno saziati», dice il salmista (Sal 21,27). E Isaia, in una visione profetica, vede tutti i popoli radunati per un grande banchetto: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati» (Is 25,6). In grado di apprezzare una visione di questo genere sono soprattutto i poveri, quelli che non mangiano mai a sazietà. L'idea dell'abbondanza e della sazietà viene sottolineata espressamente sia nel vangelo («riempirono 12 canestri con i pezzi... avanzati») sia nella la lettura che, anche letterariamente e stilisticamente, è parallela al vangelo («così dice il Signore: ne mangeranno e ne avanzerà anche»). Con l'avvento di Gesù il tema messianico dell'abbondanza attinge il suo compimento.
Nel vangelo il miracolo della moltiplicazione dei pani si riveste di un trasparente significato eucaristico, come realtà che si annunciano e si completano a vicenda, e preludono alla comunione senza veli con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il vocabolario adoperato sia da Giovanni che dai Sinottici è tipicamente eucaristico. Troviamo infatti gli stessi verbi che sono usati per l'istituzione della Eucaristia: prese il pane, e dopo aver reso grazie, lo distribuì.
La lettura eucaristica manifesta la comprensione teologica da parte della comunità primitiva, in un sovrapporsi di piani sviluppati più ampiamente da Giovanni.
L'Eucaristia viene così vista nel suo senso più genuino di abbondanza di vita e quindi capace di dare la vita eterna nell'ambito del banchetto messianico.
Il problema della fame nel mondo è certamente una delle questioni più angosciose del nostro tempo. La sua soluzione è ancora ben lontana. Lo squilibrio economico tra le nazioni sviluppate e le altre continua a registrare paurosi aumenti. L'aiuto economico offerto dalle nazioni ricche a quelle povere è ancora troppo debole e male orientato per avviare il progresso economico e sociale dei paesi in via di sviluppo.
Ci chiediamo se la Chiesa ancora oggi moltiplica i pani per coloro che hanno fame, o più concretamente se nel problema della farne che assilla il mondo d'oggi, la Chiesa ha qualcosa da fare oltre al suo ufficio di ricordare, senza posa, ai suoi membri i loro obblighi individuali e collettivi. Ma siamo ben convinti che la Chiesa siamo noi?Gesù saziò concretamente degli uomini che avevano fame, e, se egli ha rivelato il pane di vita eterna, lo ha fatto partendo da una realtà terrestre. Il pane che egli dona non è soltanto il simbolo del pane soprannaturale. Non è possibile rivelare il pane della vita eterna, senza impegnarsi davvero nei doveri della solidarietà umana. L'amore dei poveri, come quello dei nemici, è il test per eccellenza della qualità della nostra carità. Riconoscere ai poveri il diritto di ricevere il pane della vita è impegnarsi fino in fondo nelle esigenze di amore; è, per il cristiano, tradurre con una nuova «moltiplicazione dei pani» su scala mondiale il beneficio che egli ha ricevuto da Cristo.
Ora, proprio perché la Chiesa si trova di fatto più sviluppata nelle nazioni ricche dell'Occidente, per rendere credibile il suo messaggio deve presentarsi alle moltitudini dei poveri che popolano il mondo, e che sono, di diritto, i primi destinatari del vangelo, come colei che rende partecipi i popoli della sua abbondanza.La Chiesa cambierà volto nella misura in cui i cristiani e i responsabili delle istituzioni ecclesiali prenderanno coscienza delle responsabilità che il terzo mondo pone alla loro fede e alla loro carità. Allora il rapporto tra la Chiesa e la ricchezza materiale sarà restaurato nella sua evangelica verità, e la Chiesa tornerà ad essere nel mondo un «segno» per tutti coloro che hanno fame di pane e di vita eterna.
È un paradosso, ma solo una Chiesa povera sarà segno dell'abbondanza.

INTENZIONI SS. MESSE
settimana dal 26 luglio al 2 agosto 2009


domenica 26 luglio
ore 8.30 - def.to Claudio Viviani
- def.to Franco Martone
ore 10.00 - Per l’assemblea / def.to Fabio Pauletti
ore 11.30 - def.ti Lucia e Antonio Rosier
ore 19.00 - def.ta Anna Maria Trinca

lunedì 27 luglio
ore 7.00 - def.to Casimoro Gobbo
- def.to Franco Martone
ore 9.00 - def.ta Santa Bendagli
ore 19.00 - def.ti Pellegrino e Maria

martedì 28 luglio
ore 7.00 - Secondo l’intenzione dell’offerente
- def.ti Franco Martone
ore 9.00 - Secondo l’intenzione dell’offerente
ore 19.00 - def.ti Natalia e Marco Koslovich

mercoledì 29 luglio
ore 7.00 - def.to Franco Martone
ore 9.00 - def.to Andrea Querzola
ore 19.00 - def.ta Laura Bonifacio (obitus)

giovedì 30 luglio
ore 7.00 - def.to Franco Martone
ore 9.00 - def.to Andrea Querzola
ore 19.00 - def.ta Maria Depangher

venerdì 31 luglio
ore 7.00 - def.to Massimo Franca
- Secondo l’intenzione dell’offerente
ore 9.00 - def.ta Ada Turra
ore 19.00 - def.to Edoardo Coslovich

sabato 1 agosto
ore 7.00 - def.ti Giovanna, Francesco e Giuseppe
ore 9.00 - def.to Mario Gladuli
ore 19.00 - def.ta Novella Furlani

domenica 2 agosto
ore 8.30 - def.ti Fam. Bonetti
ore 10.00 - Per l’assemblea / def.to Andrea Querzola
ore 11.30 - def.to Germano Bendagli
ore 19.00 - def.to Silvio Furlan

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